Loredana Prosperi. In una pietra tutta la sua vita

Non avrei potuto fare altro nella vita. Con le pietre ho un legame profondo: sono parte di me”

Di quello che la terra ha saggiamente nascosto per uno sterminato fermo temporale – qualcosa che ha a che fare con il big ben o giù di lì  – e che lei ha messo al centro della sua dedizione, prima ne sapevo poco e in maniera confusa, poi ho incominciato a mettere in un certo ordine. In mezzo ci sono le sue conferenze, che ho seguito in full immersion in occasione delle fiere orafe  – beninteso, non che manchino professionalità capaci di sfrondare le mie ignoranze, ma è che te lo racconta in un certo modo, con lucida accuratezza e pazienza zen. Dice le cose che sa senza spocchia, dispensando risposte anche a domande imbarazzanti per banalità, offrendo un qualche tipo di interesse anche ai più distratti. Le calza a pennello il ruolo di divulgatrice, coinvolgendo come fa anche i più scettici. 

È proprio ascoltando quelle storie di inclusioni, di rifrazioni e di tanto altro di visibile e di invisibile che ho capito che nessuna pietra è una pietra qualunque, che ognuna, per una consonanza di dettagli, è a suo modo una rarità, che “l’interno racconta la sua storia”. Non parla di colore o di forma, quello forse lo sanno fare in tanti, lei ti spiega come il colore si genera o come quella forma si definisce. Attraverso le sue parole tutto è meraviglia. 

Usa un lessico dritto e chiaro per dire che non è (solo) questione di carati, il valore sta proprio nella ricchezza delle diversità, nelle imperfezioni (perché no) anche di massima evidenza: quella che per lei è la vera bellezza non lo è per chi si lascia entusiasmare dall’ostentazione. E quando una gemma entra nel mondo del lusso lo fa per vie traverse grazie all’abilità del tagliatore, un upgrade che ne amplifica il valore, che rende giustizia alle sue potenzialità. Loredana, invece, guarda da un altro punto di vista (al dito porta un diamante grezzo regalatole dal marito: è attratta dallo stadio primitivo).

Il suo è un lavoro di vasta portata, un percorso ampio e autorevole: Presidente della F.E.E.G.; Presidente della Commissione d’esame della F.E.E.G.; Presidente del Gruppo Mineralogico Lombardo; Consigliere dell’Associazione Italiana Gemmologi; Membro della Coral Commission e della Gemmological Commission della CIBJO; Presidente del Comitato Scientifico di Assogemme; Membro delle Commissioni Gemmologiche UNI per l’Istituto Gemmologico Italiano), ancora oggi tiene conferenze a livello globale. Insomma, ho di fronte una persona dai requisiti professionali fondamentali, una figura di garanzia che valuta, certifica, autentica, smaschera non lasciando margini alla fantasia: il suo è un mestiere di rigore scientifico, pura fisica e chimica, dove la conoscenza continua a costruirsi giorno dopo giorno.

Ci incontriamo nel suo territorio, l’Associazione Italiana Gemmologi, a Milano. 

Da dove partiamo”? Mi chiede mentre ci addentriamo nelle sale dell’istituto dove si tengono corsi informativi, pratici, tematici, di aggiornamento, seminari e conferenze. (da come si muove colgo l’orgoglio di appartenenza).

◗ Partiamo dall’inizio, le suggerisco

“Che sarebbe?”

◗ Il giorno che hai capito che le pietre sarebbero state il tuo destino. Immagino che avevi comunque un trascorso nel campo o un pallino per il settore iniziato molto tempo prima. Se sì, quando?

“Quando mi sono laureata in geologia con una tesi sul vulcano di Roccamonfina, a cui è seguita una specializzazione in caratterizzazione dei materiali. Ma, come spesso accade, a indirizzarti a volte si mette anche il caso”.

◗ Cioè?

“Proprio in quel periodo al CNR nasce l’idea di caratterizzare i materiali gemmologici, e con una borsa di studio ho l’opportunità di seguire il corso sulle pietre di colore all’IGI. E da lì, tutto ha preso forma”. Eccolo! “Cosa?” L’IGI. – Sorride. 

Sono entrata in IGI nel 1995, per sostituire una docente, ma accade che mi hanno prima dato fiducia e poi un contratto da firmare. Ci sono rimasta per trent’anni”. (leggi: meritatamente!)

◗Quando si dice la fatalità. È vero, non l’avrà cercato questo ruolo, ma le calza alla perfezione.

Da cosa nasce cosa. Per sei anni ho lavorato poi a Genova, in un laboratorio gemmologico. Ogni esperienza è stata un tassello fondamentale”.

◗ Ho davanti a me la persona giusta per sollevare un interrogativo sulle gemme lab grown e sposto l’attenzione sul fatto che sono entrate in scena ridefinendo il concetto stesso di rarità. Le chiedo, per quanto riguarda il diamante, è per sempre davvero?

“Niente invecchia così in fretta come il nuovo, sosteneva Marinetti, e i diamanti sintetici, sono chimicamente identici a quelli naturali, sono tremendamente nuovi e tali resteranno. Sono copie d’autore”. (Senza girarci in tondo, ha una scarsa accettazione del diamante sintetico). 

◗ Vero, aggiungo, ma da materiale industriale hanno valicato i confini della gioielleria. Stiamo spostando il baricentro verso una nuova normalità?

La gemmologia è in costante evoluzione, e la ricerca ci mette davanti a nuove sfide. Ma la distinzione deve restare chiara: sintetico non significa naturale. L’IGI ha scelto di non certificare i diamanti non naturali. C’era un confine invalicabile che è stato superato ma è difficile accettare la leggerezza con cui se ne parla, con cui sono entrati nei sogni della gente. Un sintetico da 3 carati  non sarà mai paragonabile a un diamante naturale anche di soli 0.5. Non possono stare su un piano paritetico. Nel comune sentire assecondano il desiderio di apparire, sfamano una bulimia da carati a un costo accessibile, ma niente di più. La pietra naturale è plasmata dalla natura ed è normata da un codice. È un dovere saperlo spiegare”.

◗ E la perfezione delle pietre sintetiche? Non è un punto a loro favore? 

Sono perfette, ma troppo. E la perfezione in natura non esiste, è un dato di fatto”. 

A tagliar corto, non le vanno a genio e riassume tutto in un: “Se si può riprodurre non ha rarità. E senza rarità non c’è lusso. Il vero lusso ha alle spalle radici culturali. Quelle sintetiche si potrebbero vendere nelle vending machine”.

◗ Divago e le chiedo: quale è la tua pietra preferita?

“La paraiba per i colori spettacolari, hanno vitalità”.

Dopo 37 anni di carriera brillantissima, Loredana ha ceduto il passo a Ilaria Adamo, è lei la nuova direttrice dell’IGI, ma non ha smesso di condividere la propria conoscenza perché, come lei stessa precisa “Non avrei potuto fare altro nella vita. Con le pietre ho un legame profondo: sono parte di me”.

◗ E oggi, dopo tanti impegni, sei riuscita a riappropriarti della dimensione del tempo? 

Il tempo è il vero lusso. Averne di libero è un privilegio, ma mi piace spenderlo in progetti e collaborazioni. La curiosità e la voglia di condividere non va mai in pensione”.

La Tormalina Paraiba, una delle gemme più straordinarie al mondo, fu scoperta solo nel 1989 dal gemmologo brasiliano Heitor Dimas Barbosa, nello stato di Paraiba, in Brasile. Si distingue da tutte le altre tormaline per il particolarissimo colore “elettrico”, dovuto alla presenza di rame e manganese nella sua struttura chimica e che contribuisce ad una colorazione che può variare dal blu al verde intenso, con sfumature elettriche che la rendono unica nel panorama delle gemme. Considerata molto rara per la disponibilità molto limitata, si trova in poche regioni del mondo, principalmente nello stato di Paraiba, in Brasile, e in alcune zone della Nigeria e del Mozambico.



Loredana Prosperi Her whole life in a stone 

Loredana is a highly experienced gemologist, with a career spanning over thirty years at IGI and prominent roles in numerous international associations. Her strength lies in her ability to explain gemology with clarity, precision, and passion, making complex concepts such as inclusions, refractions, and color formation understandable. For her, every natural stone is unique and tells its own story; true value is not measured solely in carats, but in rarity, imperfections, and the cutter’s ability to enhance its potential.
Her work is extensive and authoritative: President of F.E.E.G.; President of the F.E.E.G. Examination Commission; President of the Lombard Mineralogical Group; Advisor to the Italian Gemological Association; Member of the Coral Commission and the Gemmological Commission of CIBJO; President of Assogemme’s Scientific Committee; Member of the UNI Gemological Commissions for the Italian Gemological Institute. She still gives lectures worldwide. In short, she is a professional of the highest standing, a figure of trust who evaluates, certifies, authenticates, and exposes without leaving room for guesswork: her work is grounded in scientific rigor, pure physics and chemistry, with knowledge continually built day by day.
Loredana is critical of synthetic diamonds: perfect but lacking rarity, they cannot compete with natural stones. Her approach combines scientific rigor, culture, and education, and she continues to share her knowledge even after stepping down as IGI director. She passed the role to Ilaria Adamo, the new director, but has not stopped sharing her expertise because, as she says, “I couldn’t have done anything else in life. I have a deep connection with stones: they are part of me.”
And today, after so many commitments, have you managed to reclaim your time? “Time is the true luxury. Having free time is a privilege, but I like to spend it on projects and collaborations. Curiosity and the desire to share never retire.”

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