Tra bellezza e artigianato. La nuova Edizione Permanente del Museo del Gioiello

Con il nuovo evento, il Museo del Gioiello di Vicenza diventa ufficialmente museo permanente dedicato al gioiello Made in Italy, grazie alla volontà di valorizzare il territorio con i suoi valori materiali e immateriali tipicamente italiani e comprenderne le caratteristiche comuni: la bellezza formale, la qualità manifatturiera, la varietà e l’innovazione

SALA BELLEZZA Collana BULGARI. 2013 Oro rosa, 60 zaffiri fancy color, diamanti tondi taglio brillante, pavé di diamanti 410 mm

È stata inaugurata il 15 dicembre scorso la nuova attesa esposizione del Museo del Gioiello di Vicenza “The New Permanent Edition” rigorosamente in digital edition come consentito dai protocolli di sicurezza nazionale e rinviando a data da destinarsi l’inaugurazione negli spazi della Basilica Palladiana.

L’obiettivo era quello di proseguire il percorso intenso di diffusione della cultura e dei valori del gioiello italiano, valorizzandone i territori e le aziende e mantenendo vivo il legame con visitatori, collaboratori e appassionati, all’alba della sua quarta edizione, il Museo del Gioiello di Vicenza diventa ufficialmente museo permanente dedicato al gioiello Made in Italy, grazie all’impegno profuso di IEG Italian Exhibition Group Spa.

SALA SIMBOLO Corona/Ghirlanda, COSIMO VINCI, Myrsine, 2011. Ottone bagno oro 18 kt

Dunque un Museo che racconta la bellezza italiana e l’eccellenza delle manifatture dei territori orafi, divenendo così un riferimento culturale per l’intero settore e consolida il suo ruolo nell’offerta artistica della citta di Vicenza, così come sottolinea Marco Carniello – Group Brand Director Jewellery & Fashion di IEG.

Ing. Carniello, con “Una Storia Italiana” IEG si fa custode del patrimonio dell’arte orafa italiana. Qual è il valore di questa iniziativa per il sistema gioiello?
Abbiamo il privilegio di essere italiani e di poter raccogliere e raccontare le storie più affascinanti dell’oreficeria e gioielleria nazionale, espressione delle creazioni più belle al mondo. Per IEG farsi portavoce della maestria italiana – in Italia e ancor più all’estero – con un’iniziativa corale come questa, è un onore e allo stesso tempo una responsabilità verso le aziende, che rispondono con grande entusiasmo e alle quali rinnoviamo il nostro costante impegno per accompagnarle verso l’internazionalizzazione.

Come si rinnova la mission del Museo del Gioiello, in particolare in questo periodo storico?
Accendiamo i riflettori sulla capacità di fare sistema e di rappresentare al meglio le tradizioni, le abilità artistiche, la capacità di innovare e fare impresa delle nostre aziende e dei territori che le ospitano. Con questa iniziativa IEG intende rafforzare il suo ruolo di riferimento per il settore e rappresentare tutti i distretti orafi nazionali, valorizzando anche gli aspetti culturali che contribuiscono a rendere unica l’arte del gioiello e la produzione Made in Italy.

Museo del Gioiello di Vicenza

Nell’attesa di poter visitare dal vivo nei bellissimi spazi della Basilica, abbiamo chiesto alla curatrice Alba Cappellieri Professore di Design del Gioiello al Politecnico di Milano di illustrarci questo nuovo importante progetto.

Professoressa, il museo del gioiello ha riaperto le sue porte – per ora solo digitalmente – con una nuova edizione dedicata alla storia italiana. Cosa lo rende unico?
Il Museo del Gioiello è un progetto in cui con Ieg abbiamo fortemente creduto e che portiamo avanti con passione, ricerca e voglia di educare il nostro pubblico allo spettacolare pluralismo del mondo del gioiello. Aperto nel 2014, è il primo Museo in Italia dedicato esclusivamente al gioiello e che lo descrive nella sua complessità ed eterogeneità attraverso nove sale. Siamo alla quarta edizione e l’unicità e la ricchezza sta proprio nel veder delineati punti di vista differenti e inediti a seconda del tema. Qualcosa che in Italia mancava e che ha trovato il favore non solo dei nostri visitatori ma anche delle realtà orafe con cui quotidianamente ci confrontiamo, rafforzando così anche gli scambi e il network in un mondo che troppo a lungo è stato ostile al dialogo. 

SALA SIMBOLO Spilla MORAGLIONE Oro bianco, diamanti, smeraldi

Come è strutturato il museo oggi e cosa è cambiato rispetto alle edizioni precedenti?

Come in passato, si articola in 9 sale – Sala Simbolo, Sala Magia, Sala Funzione, Sala Bellezza, Sala Arte, Sala Moda, Sala Design, Sala Icone e Sala Futuro – cui si aggiunge la Scelta del Direttore, che presentano una selezione interamente italiana, dedicata alla produzione sia delle grandi maison sia delle piccole e medie aziende dei distretti orafi del territorio, all’eccellenza artigianale, alle sperimentazioni artistiche e alla ricerca dei designer indipendenti. 

Diversamente dalle altre edizioni il focus è esclusivamente sull’Italia e non abbiamo più un curatore per sala, ma un comitato scientifico che ha visto per la prima volta la partecipazione dei principali territori orafi: da Vicenza a Valenza, da Arezzo a Torre del Greco, per raccontare qui le migliori storie orafe italiane. 

Questo racconto durerà più a lungo rispetto alle edizioni precedenti. Non più due anni ma cinque anni più altri cinque in cui solo alcuni dei gioielli esposti saranno sostituiti per lasciare spazio a nuove straordinarie creazioni.

SALA SIMBOLO Collana GIORDINI. Maglia americana, inizio ‘900, oro

Perché concentrarsi solo sulle storie italiane? 

L’idea di dedicare la nuova edizione al gioiello italiano è nata due anni fa, molto prima della pandemia, e prima che ci fosse lo spostamento dal globale al locale a cui oggi stiamo assistendo. La volontà di valorizzare il nostro territorio ci ha portati a scoprire tutti quei gioielli portatori di valori materiali e immateriali tipicamente italiani e comprenderne le caratteristiche comuni: la bellezza formale, la qualità manifatturiera, la varietà e l’innovazione. Sono sempre stata affascina dalla capacità del gioiello di parlare linguaggi diversi e il gioiello italiano, più degli altri, lo fa da sempre magistralmente.

SALA BELLEZZA Collana CHANTECLER. 2008 Oro rosa 18 kt, diamanti bianchi, tagli vari

Molte realtà in questo periodo si sono fermate. Nonostante tutto il Museo ha comunque divulgato i contenuti della prossima edizione in virtuale. Quando potremo vederli dal vivo al Museo? 

Per noi è stato fondamentale non fermarci e, anzi, soprattutto in un momento difficile come questo dare un segnale importante alle grandi aziende, alle piccole imprese, agli artisti i designer e gli artigiani. Il Museo c’è e ora più che mai vuole promuovere e divulgare le eccellenze italiane, con l’obiettivo di farlo nelle splendide sale della Basilica Palladiana appena i musei potranno riaprire. 

SALA SIMBOLO. Pendente PASQUALE BRUNI. Oro bianco 18 kt, diamanti taglio brillante, zaffiro taglio cabochon

In questa nuova edizione dedicata alla storia italiana viene dato particolare rilievo ai distretti orafi. Come e in quali sale?

L’Italia è un paese molto piccolo ma con una ricchezza, in termini di varietà, fuori dall’ordinario. Canoni estetici, manifattura e materiali e tecniche radicalmente diversi caratterizzano ogni territorio. Il lavoro del comitato scientifico in questo, è stato prezioso e fondamentale. Vincenzo Aucella per il distretto orafo di Torre del Greco, Alessia Crivelli, per quello di Valenza, Giordana Giordini per Arezzo ed Enrico Peruffo per il distretto orafo di Vicenza sono stati le nostre bussole nella scoperta dei territori che trovano la massima espressione nella Sala Simbolo – maggiormente dedicata alla tradizione – e nella Sala Bellezza – con un focus sul contemporaneo. 

Vengono raccontati quindi i coralli e i cammei dall’inizio del 1800 fino ad oggi, testimoni di una eccezionale stratificazione storica; l’alta gioielleria delle famiglie orafe valenzane che sono riuscite a comunicare la loro identità in tutto il mondo; i gioielli variegati della tradizione vicentina che oscilla tra orologi, catene, medaglie e corone; la produzione aretina, figlia dell’operato di Unoaerre che oggi incontra l’innovazione. 

SALA SIMBOLO Demi parure, AUCELLA. XIX secolo. Corallo

Quali sono la caratteristiche principali delle altre sette sale?

La Sala Magia riunisce gioielli del neolitico, dell’età del rame, del ferro e dell’età romana fino ad arrivare all’800 e intraprende un viaggio magico dall’alba al tramonto in un percorso circolare che non si ferma mai. 

La Sala Funzione narra il rapporto tra il gioiello e il corpo – si pensi alle tiare e ai fermacapelli -, tra il gioiello e l’abbigliamento – dalle applique per la decorazione dei tessuti dell’età del ferro fino ai bottoni medioevali o ai fermacravatta – e riunisce tutti quegli oggetti come borse, portasigarette, binocoli impreziositi da tecniche e materiali tipici del mondo orafo. 

Abbiamo poi tre sale che intersecano le tre grandi discipline: Arte, Moda e Design. 

Nella Sala Arte si vede da un lato la capacità di artisti figurativi di tradurre il loro linguaggio in oggetti da corpo, dall’altro il gioiello non più come miniaturizzazione di un’opera d’arte ma un mezzo espressivo e sperimentale. 

La Sala Moda racconta invece l’integrazione tra stilisti e bigiottieri degli anni ’50 e ’60 che ha contribuito all’innovazione in termini di materiali; il pret-a-porter degli anni ’80 che porta l’Italia sulla scena internazionale con una visione industriale e sistemica; in ultimo il contemporaneo, ovvero il nuovo millennio in cui i gioielli moda raccontano intersezioni, nuovi usi e materiali. 

La Sala Design è dedicata al design italiano e racconta il legame che dal dopoguerra a oggi i progettisti italiani hanno avuto con il gioiello, le loro variazioni di scala, la loro capacità di dare nuovi significati al gioiello: dall’ironia colta di Matteo Ragni alla poesia commovente di Riccardo Dalisi, dalle primissime opere di Sottsass alle sperimentazioni materiche di Alba Polenghi Lisca. 

La Sala Icone fa fare al visitatore un salto temporale fortissimo fino alle radici del gioiello italiano importante presentano gioielli che sono riusciti a valicare il tempo e sopravvivere alle mode: cammei, coralli o microcosmici di grandissimo pregio che sono stati elemento di ricerca per tutto il mondo. 

In ultimo nella Sala Futuro emergono tre temi principali: quello della sostenibilità; le sperimentazioni formali , materiche, cromatiche e produttive in cui c’è uno scambio fluido tra l’eccellenza della tradizione e lo stupore dell’innovazione; gioielli che sfidano il corpo e cercano nuove superfici da ornare ed enfatizzare osando con dimensioni oversize, ispirandosi alle armature antiche o intervenendo con parti inusuali  del corpo come  il volto per modificarne la forma o rendere le emozioni tangibili. 

C’è un gioiello che pur appartenendo ad una sala trasversalmente tocca anche altri temi?

Ce ne sono molti e per questo il viaggio all’interno del Museo richiede una lettura fluida. Tra tutti potrei citare il progetto RosAria di Joe Velluto a metà tra il simbolo, il design, il futuro e la funzione. RosAria è un rosario con una croce, realizzato in pluriball (polietilene riciclabile). Quando il fedele sta pregando, fa scorrere il rosario con le dita verso la croce, spingendo giù il modulo d’aria alla fine di ogni preghiera. Il compito è finito quando arriva alla croce e tutte le bolle vengono fatte saltare in aria. Il concetto di prodotto industriale di massa di scarsa qualità viene trasposto sul simbolo sacro dell’eternità a tal punto da essere un oggetto usa e getta. La spiritualità diventa seriale e temporale dove l’uomo compie un’azione decisiva. La funzione del rosario termina definitivamente quando il fedele sente che la sua coscienza è purificata: la preghiera è una fase di transizione che non lascia tracce. 

SALA SIMBOLO. Bracciali ROBERTO COIN Bold Gold, anni ’80 Oro bianco, rosa e giallo

SALA BELLEZZA. Anello Siracusa. ANTONINI. 2016 Oro giallo, diamanti
SALA FUTURO. Bracciale CRISTIAN VISENTIN. 2016 Vetro borosilicato
SALA DESIGN. Pendente ALBA POLENGHI LISCA. 2010 Lastra di titanio, micro-taglio laser

https://www.museodelgioiello.it/it/

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