
L’allarme del World Diamond Council: gioielleria USA a rischio per la revisione delle tariffe sui diamanti
Oltre 200.000 posti di lavoro negli Stati Uniti potrebbero essere potenzialmente compromessi
Il World Diamond Council (WDC), organizzazione con sede negli Stati Uniti che rappresenta l’intera filiera internazionale del diamante naturale, compatta il comparto nella richiesta di un’esenzione strategica al governo statunitense in merito alla politica dei dazi voluti dall’amministrazione Trump.
Il settore si configura infatti come uno dei key industry nazionali sebbene i diamanti naturali non siano estratti o prodotti negli Stati Uniti. Sono i numeri a parlare chiaro: l’indotto vale 117 miliardi di dollari in termini economici e sostiene oltre 200.000 posti di lavoro sul territorio nazionale. Le vendite al dettaglio si attestano a circa 91,5 miliardi di dollari l’anno, mentre la produzione interna e le esportazioni contribuiscono con rispettivamente 15 miliardi e 10,5 miliardi di dollari. Attualmente, circa 193.000 cittadini americani operano in negozi di gioielli distribuiti capillarmente sul territorio nazionale, con migliaia di ulteriori posti di lavoro correlati nella filiera.

Tutto il comparto globale dei diamanti, valutato 82 miliardi di dollari, è stato direttamente colpito dall’introduzione dei dazi. Le spedizioni attraverso il principale hub commerciale di Anversa sono crollate di quasi l’85% rispetto ai volumi registrati prima dell’imposizione delle tariffe e sebbene la Casa Bianca abbia sospeso per 90 giorni i dazi di ritorsione, la tariffa base del 10% è già in vigore, alimentando incertezza tra commercianti e aziende di lavorazione.
L’imposizione di una nuova tariffa sui diamanti naturali metterebbe a serio rischio la stabilità di questo ecosistema economico come sottolinea la presidente Feriel Zerouki: “Sosteniamo l’impegno del Presidente Trump a favore di un commercio equo e reciproco, ma l’attuale revisione tariffaria ha evidenziato l’importanza di garantire un trattamento bilanciato. I nostri membri sono unanimemente favorevoli all’esenzione dei diamanti naturali, e invitiamo i governi di tutto il mondo a sostenere tale misura in modo reciproco, affinché le politiche commerciali tutelino occupazione, competitività e anche i consumatori. L’intero settore è allineato su questa posizione, e i nostri rappresentanti sono attivamente impegnati nel dialogo con le autorità competenti per promuovere una risoluzione favorevole.“

I dazi si configurerebbero, di fatto, come una tassa sui consumi, con il conseguente aumento dei prezzi di beni di gioielleria di largo consumo come anelli di fidanzamento, regali per anniversari e altri articoli di gioielleria, con un impatto diretto sulle famiglie americane. I rivenditori già segnalano preoccupazioni legate alle difficoltà di approvvigionamento, e l’incertezza normativa sta iniziando già a tradursi in rincari per i consumatori finali.
Come per tanti settori, la libertà da barriere tariffarie per le materie prime più strategiche resta la soluzione, per un mercato più competitivo, più dinamico e più vicino alle esigenze dei consumers.
https://www.worlddiamondcouncil.org
World Diamond Council’s warning: U.S. jewelry at risk from revised diamond tariffs
The World Diamond Council (WDC) is urging the U.S. government to grant a strategic exemption for natural diamonds (HS Codes 7102.10 and 7102.31) from proposed tariffs. While natural diamonds are not produced in the U.S., they are essential to the country’s $117 billion jewelry industry, which supports over 200,000 American jobs.
Introducing tariffs would function as a consumption tax, leading to higher prices for consumers and threatening the stability of supply chains and domestic manufacturing. The WDC argues that an exemption would protect jobs, preserve competitiveness, and maintain affordability for American families. The industry is united in advocating for fair trade policies and calls for reciprocal support from international partners.

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