CIBJO: nell’ultimo report pre-Congresso chiarezza sui diamanti sintetici e modifica dei Blue Books
Udi Sheintal: “Occorre migliorare la trasparenza nei confronti dei consumatori imponendo che tutte le descrizioni dei diamanti sintetici riflettano la realtà della loro origine”
A meno di sette settimane dall’apertura del Congresso CIBJO 2025, in programma a Parigi il 27 ottobre, è stato pubblicato il quarto Rapporto Speciale pre-congresso, curato dalla Commissione Diamanti presieduta da Udi Sheintal. Il documento propone una revisione delle modalità con cui i diamanti sintetici vengono descritti sul mercato, affinché risultino sempre chiaramente distinguibili dai diamanti naturali.
Sheintal ricorda che nel 2010 la CIBJO aveva deciso di allinearsi ad altre associazioni, introducendo i termini “diamante coltivato in laboratorio” e “diamante creato in laboratorio” accanto a “diamante sintetico”, fino ad allora unico termine utilizzato. “All’epoca, -sottolinea- pensavamo di riconoscere una realtà commerciale e di aprire un dialogo costruttivo con un nuovo segmento dell’industria, integrando i produttori di diamanti sintetici nel nostro quadro normativo.”
Quell’intento, però, non si è realizzato. Secondo Sheintal, molti operatori del settore sintetico, insieme ad alcuni laboratori di certificazione e grandi catene retail, hanno sfruttato l’approccio inclusivo per rafforzare i propri interessi commerciali, spesso a danno della reputazione e delle quote di mercato dei diamanti naturali.
Per questo la Commissione raccomanda di modificare i Blue Books e gli standard ISO affinché il termine “sintetico” torni a essere l’unico impiegato per descrivere i diamanti artificiali, come avveniva prima del 2010. “Non si tratta di pietre coltivate o create in laboratorio – aggiunge – ma di prodotti industriali realizzati attraverso processi artificiali. La terminologia deve riflettere questa realtà.”

Il rapporto dedica inoltre spazio alle conseguenze dei dazi statunitensi sulle importazioni di diamanti, con particolare attenzione all’India, dove viene lavorato oltre il 90% dei diamanti tagliati a livello mondiale. La contrazione della domanda di grezzi, legata al rallentamento della produzione, sta mettendo sotto pressione commercianti e piccole imprese familiari.
“In questo scenario di incertezza – conclude Sheintal – è fondamentale che la comunità internazionale del diamante e della gioielleria parli con una voce unita. La nostra industria è globale per natura, e le decisioni unilaterali prese in un solo Paese hanno effetti che si ripercuotono a livello mondiale.”
CIBJO calls for clarity on synthetic diamonds in final pre-Congress report
With less than seven weeks to go before the opening of the 2025 CIBJO Congress in Paris, the Diamond Commission, chaired by Udi Sheintal, has released its Special Report. The document urges amendments to the Blue Books and ISO standards so that the term “synthetic” is used exclusively to describe man-made diamonds, reversing the broader terminology adopted in 2010.
Sheintal stressed that consumer transparency must be strengthened, noting that synthetic diamonds are manufactured through industrial processes, not “grown” in laboratories. The report also addresses the impact of U.S. punitive tariffs on diamond imports, particularly in India, where over 90% of the world’s polished diamonds are produced, warning that many small traders and family firms are under severe pressure.
“In times of uncertainty, it is vital that the global diamond and jewellery community speaks with one united voice,” Sheintal concluded.


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