Espositori storici augurano buon compleanno a Vicenzaoro

“La fiera in villa comunale, il ballo dei 18 anni, le sneakers per macinare chilometri nei padiglioni”

1980, il Presidente Cossiga in fiera ©foto Borracino

Emozioni, ricordi, uno scrigno di aneddoti e tante testimonianze. Cinque imprenditori – Vincenzo Giannotti, Carmine Aucella, Giovanni Glave, Maria Loretta De Toni ed Enrico Peruffo – hanno voluto augurare buon compleanno a Vicenzaoro. Lo hanno fatto attraverso un viaggio nel tempo, dai primi passi della propria esperienza ai giorni nostri.

«Ricordo una delle mie prime interviste, rilasciata ad Annalisa Fontana: era il 1996, non avevo ancora 40 anni, e figuravo tra i “Delfini”»

Vincenzo Giannotti
Roberto Giannotti Gioielli e presidente Centro Orafo il Tarì

Vincenzo Giannotti è stato un “Delfino”, uno dei giovani imprenditori che si preparavano all’epoca a prendere il timone delle loro aziende di famiglia, oltre che, come nel suo caso, a intraprendere la grande avventura del Tarì. “Non esiste in Italia imprenditore orafo che non abbia partecipato almeno ad una edizione della Fiera di Vicenza. Nei 70 anni della sua storia, i padiglioni di Viale dell’Oreficeria hanno visto scorrere tutta la storia della gioielleria italiana e lì ci sono stati anche diversi passaggi generazionali. Ricordo una delle mie prime interviste, di Annalisa Fontana, tra i corridoi della Fiera: era il 1996, anno di inaugurazione del Tarì. Non avevo ancora compiuto 40 anni, e figuravo tra i Delfini. Ricordo i presidenti ed i segretari generali che si sono succeduti, e con i quali, anche quando ero presidente di Confedorafi, ho sempre stretto ottimi rapporti di collaborazione. Cito, tra gli altri, Manuela Dal Lago, Andrea Turcato, Matteo Marzotto, fino ad arrivare al compianto presidente Cagnoni”. I viaggi a Vicenza, in realtà, sono cominciati molto presto: la città veneta è stata, da sempre, uno degli snodi commerciali per la famiglia Giannotti.

“Avevo appena 17 anni e già da allora gli appuntamenti vicentini rappresentavano le date fisse del calendario intorno alle quali ruotavano tutte le altre. All’epoca, mia madre Lucia era una vera istituzione: non c’era un fornitore italiano di oreficeria che non le chiedesse un appuntamento, o più spesso un consiglio. La sua conoscenza del mercato era cosi precisa, il suo fiuto negli acquisti così impeccabile e rapido da incutere soggezione a molti. Le sue visite in fiera erano attese da tutti, e ancora oggi, molte persone la ricordano con stima e affetto”.


Moltissimi anni fa, Vicenzaoro si svolgeva nei giardini della villa comunale. In pochi lo ricordano: è un’immagine negli occhi dei pionieri. Ce n’è uno a Torre del Greco. “Ho 74 anni e la mia famiglia partecipa a Vicenzaoro da 51 anni. Se teniamo conto che fino a poco tempo fa la fiera presentava tre edizioni, posso dire senza timore di smentita che la presenza di Aucella nei padiglioni di Vicenza ha superato le 130 edizioni consecutive”.

1990 ©foto Borracino

«Grazie ad una rinuncia nel 1971 sono finalmente entrato nella nuova fiera»

Carmine Aucella
Aucella Gioielli

Carmine Aucella, amministratore unico e responsabile degli acquisti, è uno degli espositori campani storici di Vicenzaoro. Il suo racconto-testimonianza è un mix di emozione e ricordi. “Alla fine degli anni Sessanta, qualche espositore di Torre del Greco si era già affacciato in Veneto. Ricordo che Vicenzaoro si svolgeva nei giardinetti della villa comunale. La prima volta sono andato da visitatore – ricorda Carmine – ai miei tempi non c’erano e-mail ma solo i treni. Partivo e andavo a parlare con la direzione. Il padiglione centrale, la cosiddetta piramide che tra poco butteranno giù per costruire un’area più ampia, era l’unico spazio di fiera esistente, l’unica area accessibile. Tante volte ho fatto trafila e anticamera”. La risposta? “Deve attendere, non c’è posto”. Poi la svolta. “La mia testardaggine e la mia perseveranza mi hanno premiato – svela Aucella – Un giorno, uno standista non si presentò in fiera. Bussai alla porta della direzione e con tono anche perentorio feci presente che si cominciava con uno stand vuoto… Ne presero atto e mi dissero che dall’edizione 1971-1972 avrei avuto il mio spazio a Vicenzaoro. Da quel momento, non abbiamo mai interrotto la nostra partecipazione, neppure durante il Covid”.


Carmine Aucella è uno scrigno di aneddoti. A Preziosa Magazine racconta: “Ai miei tempi non esisteva il posto migliore, perché la piramide era stata concepita come una specie di labirinto che spingeva l’utenza a visitare tutta la fiera, con entrate ed uscita obbligate. Alla base della piramide o in cima, qualsiasi fosse il posto dello stand, il visitatore avrebbe dovuto per forza incontrare l’espositore sul proprio cammino. Sul nostro corridoio c’erano tre espositori di Torre del Greco e ad ora di pranzo avevamo un’abitudine che adesso è difficile riproporre: chiudevamo gli stand e mangiavamo insieme. La convivialità ci consentiva di raccontare in spensieratezza e grande spirito di amicizia la nostra esperienza comune in fiera. A metà degli anni Settanta abbiamo anche costituito Assocoral e credo che i prodromi di quella unione siano nati proprio durante edizioni di Vicenzaoro. All’inizio in fiera c’era un rapporto uno ad uno. Ho vissuto, dunque, la sua evoluzione da piccola realtà a colosso. Ai miei figli ho trasmesso le esperienze vissute a Vicenzaoro, quindi l’importanza di partecipare ad una fiera di prestigio internazionale. È sempre in cima al nostro calendario di appuntamenti”.

Il rapporto è così forte che Aucella, alla stregua di tanti espositori, non si è tirato indietro in un momento storico molto particolare, che racconta. “Ero presente in fiera quando hanno costruito il padiglione D. La fiera di Vicenza chiese in quel periodo uno sforzo economico agli espositori: pagamento di tre edizioni anticipate, così da assicurarsi la certezza del posto dello stand per tre edizioni di fila. Negli anni Novanta veniva organizzato anche un momento di divertimento extra fiera. Allo stadio Menti di Vicenza, c’era il quadrangolare di calcio che coinvolgeva gli espositori dei distretti di Arezzo, Vicenza, Valenza e Napoli con Torre del Greco”.

2005, Diego Maradona in fiera a Vicenza ©curtesy Giornale di Vicenza

«Vicenzaoro per me è stata come il ballo dei 18 anni»

Maria Loretta De Toni
Maria De Toni

“Vicenzaoro per me è stata come il ballo dei 18 anni”. È l’immagine suggestiva che sceglie Maria Loretta De Toni, fondatrice dell’azienda Maria De Toni, per raccontare la sua esperienza storica nella fiera. “La prima volta nel 1988 – ricorda – I primi passi da ragazzina? Era molto difficile entrarvi, perché c’era una lunga lista d’attesa. Avevo costituito Auritalia e con questa azienda sono entrata per la prima volta, per me una vetrina nel mondo, uno showcase di clientela. È importante anche il tratto della storicità della fiera e da vicentina vi sono molto legata, perché rappresenta l’occasione per l’ulteriore valorizzazione della mia città. Sono fortemente ancorata alle radici, ma questo… albero deve espandersi nel mondo. La mia volontà è promuovere il Made in Italy come identità nazionale ma anche come cultura trasversale agli altri paesi del mondo. Non a caso, lo scorso 10 settembre ho fortemente voluto un evento di settore per creare un ponte tra Vicenza e Dubai e ho invitato tantissimi buyers. Credo fortemente nella promozione di Rinascimento tra Oriente e Occidente attraverso l’oro, perché l’oro è un’identità di popoli e culture: celebra matrimoni, sancisce vincoli e definisce aspetti politici come re e regine, è un concreto accessorio necessario, è nel dna e nell’identità italiana. Il ruolo del Made in Italy è pensare globale e il mio auspicio è che questo messaggio possa partire sempre più da Vicenzaoro”.

«Eravamo tutti lì nei padiglioni, l’11 settembre 2001, quando caddero le Torri Gemelle»

Giovanni Glave
Unoaerre

Vicenzaoro come prima volta in assoluto in fiera. Ecco la testimonianza di Giovanni Glave, direttore vendite Italia di Unoaerre: “Il mio ricordo è vivo. La mia prossima edizione sarà la trentacinquesima – dice – La mia prima esperienza fieristica in assoluto coincide proprio con Vicenzaoro ed è avvenuta nel mio primo anno di lavoro con Unoaerre, nel 1990. Non è solo un rapporto professionale ma anche un’indelebile esperienza di vita che mi ha fatto apprezzare l’eleganza della città, la bontà di piatti tipici e dei vini, la bellezza delle persone. Insomma Vicenza è entrata a far parte della mia vita e con tanti colleghi, amici e clienti siamo cresciuti insieme incontrandoci proprio nei padiglioni fieristici”. Poi Giovanni Glave sceglie un aneddoto e un momento chiave per raccontare Vicenzaoro e raccontarsi. “Il nostro stand è sempre stato ubicato nell’attico del padiglione E. Alcuni anni fa si è sdoppiato: due diverse allocazioni, ingressi est ed ovest. Il mio desiderio di essere uomo ovunque, mi ha spinto a comprare scarpe comode, da ginnastica, per poter macinare chilometri all’interno dei padiglioni vicentini. Faccio il mestiere per me più bello del mondo e l’ho visto evolvere e svilupparsi in un palcoscenico senza uguali. L’organizzazione ha saputo rendere Vicenzaoro sempre più bella ed elegante, aggiornandola alle esigenze di chi deve vendere e comprare”.

Momenti belli ma anche tristi, durante i quali Vicenzaoro è diventata più di una famiglia. “Eravamo tutti lì nei padiglioni, l’11 settembre 2001, quando caddero le Torri Gemelle. Ci unimmo tra colleghi e con i clienti; eravamo tutti lì a piangere. C’erano in mezzo a noi, in fiera, tanti americani e tanti arabi. È una cosa che difficilmente potrò dimenticare”.

«Ero piccolino e ci andavo con il mio papà. Non lavoravo ancora e per me era inconsapevolmente un momento di festa»

Enrico Peruffo
Fratelli Bovo

Enrico Peruffo, amministratore delegato Fratelli Bovo, ha frequentato la fiera fin da bambino. “Ero piccolino e ci andavo con il mio papà. Non lavoravo ancora e per me era inconsapevolmente un momento di festa. Andavo a curiosare tra gli stand e restavo affascinato dal fiume di gente. Per molto tempo, Vicenzaoro si è affermata come il grande evento dell’anno, il momento di confronto e contatto importante con i mercati che in avvio non riuscivamo ad approcciare direttamente. Oggi è rimasto un punto di riferimento, una fiera molto competitiva nella quale in molti casi facciamo uscire le nostre collezioni in anteprima”.

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