certificazioni Diamanti sintetici: Borsa Diamanti Italia e IGI plaudono al cambio di rotta di GIA e HRD

Luigi Cosma (BDI): “Naturali e sintetici sono differenti. Finalmente siamo sulla buona strada per distinguerli in modo netto”

Loredana Prosperi (IGI): “L’Istituto Gemmologico Italiano è stato il primo e unico laboratorio ad aver pubblicamente dichiarato di non certificare diamanti sintetici”

A seguito delle decisioni annunciate nei giorni scorsi dal GIA e dall’HRD, arriva immediata la reazione positiva di Luigi Cosma, Presidente della Borsa Diamanti d’Italia, che, di ritorno dal WFDB Presidents’ Meeting 2025 di New York, plaude alla scelta dei due istituti di interrompere la certificazione dei sintetici:

È una decisione corretta, seppur tardiva. Siamo di fronte a due prodotti differenti per caratteristiche e per genesi.

Luigi Cosma
Presidente Borsa Diamanti Italia

“È una decisione corretta, seppur tardiva. Siamo di fronte a due prodotti differenti per caratteristiche e per genesi. Ritengo privo di senso certificare una pietra sintetica, che non ha nulla di naturale e che non può competere con il fascino di una storia millenaria. Il consumatore non deve essere confuso. Ho sempre ritenuto fuorviante la narrazione secondo cui un diamante lab grown sia etico e green. La comunicazione non è sempre stata veritiera. Finalmente è chiaro: sintetico e naturale non sono lo stesso prodotto.”

Loredana Prosperi, Direttore Istituto Gemmologico Italiano

La decisione di GIA e HRD cambierà radicalmente il mercato. Chi ha acquistato un lab grown credendo di aver comprato un bene di valore dovrà ricredersi

Loredana Prosperi
Direttore Istituto Gemmologico Italiano

Sulla stessa linea anche Loredana Prosperi, Direttore dell’Istituto Gemmologico Italiano, che già dal 2022 si era espressa contro l’utilizzo di una classificazione simile a quella dei naturali per i sintetici. Oggi ribadisce:

“L’IGI si è sempre limitato a identificare il materiale, naturale o sintetico, certificando solo il primo. Non abbiamo mai espresso classificazioni su purezza e colore dei sintetici. La decisione di GIA e HRD cambierà radicalmente il mercato. Chi ha acquistato un lab grown credendo di aver comprato un bene di valore dovrà ricredersi. Il prezzo attuale è sceso a circa 90 euro al carato: parliamo di un prodotto bello, ben fatto, ma non di un bene rifugio come l’oro. Il suo valore non crescerà nel tempo. Chi lo acquista deve saperlo. È stato questo, probabilmente, il più grande errore del nostro settore: serviva più formazione per i venditori e più informazione per i consumatori. Ora si apre finalmente uno spartiacque definitivo che metterà ordine e definirà i confini tra le due categorie”.

La scorsa settimana HRD Antwerp, laboratorio con sede ad Anversa (sussidiaria dell’Antwerp World Diamond Centre – AWDC), ha annunciato la cessazione delle certificazioni per i diamanti sintetici. Diventa così il primo e unico laboratorio al mondo a concentrarsi esclusivamente sui diamanti naturali. Una linea che segue quella del Gemological Institute of America (GIA), che pochi giorni prima aveva annunciato un cambio nella nomenclatura per i lab grown, non più classificati secondo i criteri dei diamanti naturali.

HRD Antwerp lancia un messaggio forte. Una distinzione netta è essenziale per rafforzare la fiducia dei consumatori e tutelare il futuro del diamante naturale

Karen Rentmeesters
CEO di AWDC

Una scelta destinata a impattare sul settore, sul mercato e sui portafogli dei consumatori. Secondo Karen Rentmeesters, CEO di AWDC:

“Diventando il primo laboratorio di diamanti al mondo a prendere una posizione chiara ed esclusiva a favore dei diamanti naturali, HRD Antwerp lancia un messaggio forte. Una distinzione netta è essenziale per rafforzare la fiducia dei consumatori e tutelare il futuro del diamante naturale”.

Il GIA, da parte sua, non è nuovo a queste modifiche. Si tratta della terza rettifica nella classificazione dei lab grown. Già nel 2006 i primi report utilizzavano macro-categorie (es. near-colorless, VVS); nel 2019 fu rimossa la parola “synthetic” dai certificati; nel 2020 venne introdotta la scala completa delle 4C. Oggi l’istituto torna indietro con una classificazione più snella. Come ha spiegato Tom Moses, vicepresidente esecutivo GIA:

Il 95% di queste gemme rientra in una fascia molto ristretta per colore e purezza

Tom Moses
senior vice president of the GIA Laboratory and Research, New York. Photo Credit Kevin Schumacher

“Il 95% di queste gemme rientra in una fascia molto ristretta per colore e purezza. La vecchia scala risulta eccessivamente dettagliata”

Le linee guida definitive sono ancora in fase di definizione, ma il dibattito è già aperto nel settore, tra operatori e analisti. Il tema non è solo tecnico: etica e trasparenza nella comunicazione sono elementi fondamentali. Una separazione chiara nella classificazione faciliterà rivenditori e consumatori nella proposta e nella scelta, bilanciando prezzi e garantendo maggior chiarezza.

Nel 2024 il mercato globale dei diamanti sintetici è stato valutato 25,9 miliardi di dollari (fonte: Global Market Insights), con l’area Asia-Pacifico in testa, per un valore superiore a 9 miliardi. Nonostante la riduzione dei margini di profitto (fino al -40%), un sistema di valutazione dedicato potrebbe rafforzare l’identità del sintetico, svincolandolo dal confronto con il diamante naturale, anche grazie alle preferenze delle nuove generazioni.

Il 2025 sarà l’anno del diamante naturale, se il lusso saprà intercettare la ricchezza e i gusti delle nuove generazioni

Martin Rapaport

Secondo Bain & Company, entro il 2025 Millennial e Generazione Z rappresenteranno il 70% della spesa nel settore del lusso. Queste fasce di consumatori daranno sempre più priorità al consumo etico e sostenibile, influenzando in modo decisivo il mercato dei diamanti. Ma secondo Martin Rapaport, intervistato da Preziosa Magazine e intervenuto all’ultimo JCK, non ci sono dubbi su chi la spunterà:

“Il 2025 sarà l’anno del diamante naturale, se il lusso saprà intercettare la ricchezza e i gusti delle nuove generazioni. Negli USA abbiamo assistito al più grande trasferimento di ricchezza ereditata nella storia dell’umanità: 124 trilioni di dollari. Ora si ripete con Gen X e Gen Z: persone con alto tenore di vita, laureate, con buoni lavori, pronte a investire in beni di lusso e gioielleria. Dovremo adattarci con nuove strategie culturali e di marketing”.

Dove penderà l’ago della bilancia resta ancora tutto da vedere.


Synthetic Diamond Certifications: Italian Institutions Welcome GIA and HRD’s Decision

The Borsa Diamanti d’Italia (BDI) and the Istituto Gemmologico Italiano (IGI) have expressed strong support for the recent decisions by GIA (Gemological Institute of America) and HRD Antwerp to halt the certification of synthetic diamonds.

Luigi Cosma, President of the BDI, praised the move as a necessary step to clearly differentiate between natural and lab-grown diamonds, which differ in both origin and value. He criticized past marketing strategies that portrayed synthetic diamonds as ethical or sustainable alternatives, calling for greater transparency for consumers.

Loredana Prosperi, Director of IGI, reiterated the institute’s long-standing policy of certifying only natural diamonds. She emphasized that lab-grown stones should not be evaluated using the same grading standards, as they lack rarity and long-term value. Prosperi also pointed out that synthetic diamond prices have dropped significantly, indicating they are not a reliable investment asset.

HRD Antwerp’s decision marks a global first: it will now exclusively certify natural diamonds. This aligns with GIA’s recent revision of its terminology and grading approach for lab-grown stones, moving away from the traditional 4C scale, as most synthetics fall within a narrow quality range.

The synthetic diamond market, valued at $25.9 billion in 2024, faces declining profit margins. However, a separate valuation system could help define its identity, especially among younger, ethically-conscious consumers.

According to Bain & Company, by 2025 Millennials and Gen Z will account for 70% of luxury spending. This shift will push the industry to adopt more transparent and sustainable practices. Martin Rapaport noted that this generational wealth transfer presents a unique opportunity for the natural diamond sector, provided it adapts its marketing to evolving cultural values.

The industry stands at a turning point – and the consequences of this shift are just beginning to unfold.

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