adesione alla convenzionE di vienna: quali vantaggi per le aziende italiane?

Dallo scorso 15 dicembre l’Italia è divenuto il 22° Stato membro della Convenzione sul Controllo e la Marchiatura degli oggetti in metalli preziosi

Come si è avuto già di illustrare in precedenti articoli, la decisione di aderire a tale accordo internazionale deriva dalla presa d’atto della difficoltà a realizzare una effettiva libera circolazione dei prodotti orafo-gioiellieri all’interno dell’Unione Europea e dalla volontà di agevolare le nostre esportazioni, specialmente verso i c.d. Paesi Hallmarking.

Si proverà ora ad esporre, seppur sinteticamente, quali siano, a nostro avviso, i principali vantaggi per le imprese italiane che scaturiranno da detta adesione.

  1. Possibilità di effettuare le operazioni di analisi e marchiatura in prossimità, invece che presso l’Ufficio preposto del Paese di destinazione. Questo, di tutta evidenza, comporta un risparmio sulle spese di trasporto e assicurazione (che si annullano nel caso di marchiatura off-site, cioè presso la sede dell’impresa), specie nel caso in cui il lotto presentato venga respinto. Da taluni si obietta che, fino ad ora, tali costi, così come quelli derivanti dall’attività dell’Ufficio del Saggio, sono stati a carico del cliente straniero. Occorre, però, riflettere che quest’ultimo, nella valutazione del prezzo dei prodotti, ha evidentemente calcolato le ulteriori spese che avrebbe dovuto affrontare.
  2. Possibilità di avere prodotti immediatamente commerciabili in numerosi (quasi la totalità) dei Paesi. Questo consente di operare sul pronto e di ampliare la platea di potenziali clienti a quei piccoli dettaglianti dei Paesi c.d. hallmarking, i quali, altrimenti, sarebbero assai difficilmente interessati a tali prodotti.
  3. Possibilità, attraverso la procedura off-site, di far effettuare la marchiatura, con il metodo meccanico o con il metodo laser, da proprio personale, con riduzione del rischio che gli oggetti possano essere danneggiati.
  4. Certezza nella tempistica delle operazioni di analisi e marchiatura. È esperienza abbastanza comune che in taluni periodi “caldi” dell’anno (ad esempio nell’approssimarsi delle festività natalizie) gli Uffici del Saggio stranieri possano ritardare nell’effettuare tali operazioni (forse – absit iniuria verbis – privilegiando i prodotti nazionali), con difficoltà per le imprese. Poter effettuare tali operazioni in Italia consentirebbe anche di precostituirsi un magazzino per corrispondere tempestivamente alle richieste della clientela.
  5. Valorizzazione del “made in Italy”, evitando che sui prodotti italiani vengano apposti marchi stranieri con la possibilità di confondere il consumatore finale circa la reale origine degli stessi.
  6. Ulteriore qualificazione dei prodotti perché il Marchio Comune di Controllo, previsto dalla Convenzione è considerato in molti Stati, non stiamo qui a discernere se a torto o a ragione, alla stregua di un marchio di qualità.

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