
Stefano Fronza: il colore, indelebile interpretazione del suo segno
Da piccolo ero affascinato dall’atmosfera del laboratorio, dalle attrezzature orafe, dai gioielli che mio padre creava nella sua bottega.

Stefano Fronza
Dal dettaglio di uno scatto. E così che hanno inizio i lavori di Stefano Fronza, figlio di orafo ma con una differente concezione di gioiello che gli ha tributato due diverse borse di studio. A dominare è il colore, dirompente, fluttuante, magnetico come un’aurora boreale, su forme libere in un connubio che lascia immaginare la complessità del senso e la gestazione del gesto creativo. I suoi lavori svelano una bellezza esteriore ricca di valenze che invita ad indagare gli strati più profondi, dove convivono il pensiero, il segno e il loro tempo. Ogni oggetto è un mosaico di contenuti difficile da scomporre, diversissimi tra loro eppure in così stretto rapporto con la materia da generare emozioni.
Che siano spille, orecchini o chissà cosa, il significato pare trasfigurato e inconsapevolmente l’attenzione di chi guarda si sposta sull’insieme, il segno originale e riconoscibile dell’artista.

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