SJFCompany. Gli OROGATTI: trasformare una linea in un gioiello

È un gioiello di ricerca, riconosciuto tale anche alla scorsa edizione dell’International Jewelry Week di Milano dove Maria Pia ed Eva, fondatrici e designers della SJFCompany (marchio registrato e distribuito da Atlan66), hanno esposto la loro fortunata rivisitazione del gatto in tre versioni preziose: oro giallo, bianco e rosa. L’eleganza de “Gli OROGATTI” ha attirato un crossover di pubblico, curiosi ed acquirenti a cui le due imprenditrici hanno esposto la propria idea di semplicità, valorizzata da un contorno di smaglianti diamanti. Un pezzo pregiato, è l’immagine che ne risulta ed è di tale potenza da rappresentare e definire in toto la personalità snob e aristocratica di questi incantevoli felini. Solo una linea, semplice ed esaustiva senza inutili giri ma che unisce diversi concetti in un gioco di polarità tra vuoti e pieni, tra tattile e immaginario la cui forza sta esattamente nell’incompletezza che, riconsiderando la frase di Antoine de Saint-Exupéry, rende l’essenziale visibile agli occhi.

sjfcompany.it


SJFCompany: The OROGATES, turning a line into a jewel

For its precious essentiality public consensus also at MJW

It is a jewel of research, also recognized as such at the last edition of the International Jewelry Week in Milan where Maria Pia and Eva, founders and designers of SJFCompany (trademark registered and distributed by Atlan66), exhibited their successful reinterpretation of the cat in three precious versions: yellow, white and pink gold. The elegance of “THE GOLDEN CATS” attracted a crossover of the public, onlookers and buyers to whom the two entrepreneurs displayed their idea of simplicity, enhanced by a contour of dazzling diamonds. A prized piece is the resulting image is of such power to fully represent and define the snobbish and aristocratic personality of these enchanting felines. Just one line, simple and exhaustive without unnecessary turns but combining different concepts
in a game of polarity between empty and full, tactile and imaginary whose strength lies precisely in the incompleteness that, reconsidering Antoine de Saint-Exupéry’s phrase, makes the essential visible to the eyes.

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