Paola De Luca, sostenibilità e metaverso i nuovi scenari

Cambiano le abitudini di acquisto, da un punto di vista etico e materiale

Un’economia circolare, con nuovi modelli di business nati dalla tendenza sempre maggiore alla sostenibilità e spinti anche dalla pandemia. Paola De Luca, direttore creativo di Trendvision Jewellery + Forecasting, osservatorio indipendente di IEG sulle tendenze del gioiello e docente di Sostenibilità e design circolare allo Ied, parla della nuova direzione che sta prendendo il mercato, in un contesto che ha totalmente cambiato le carte in tavola.

Proprio l’economia circolare è il tema che a marzo la vedrà sul palco di VicenzaOro.

Paola De Luca

«Il rinvio – sottolinea – è stata una scelta responsabile, alla luce del fatto che i buyer non sarebbero potuti arrivare e che tenerla a gennaio avrebbe dato vita a un’edizione deludente. Il Covid ci ricorda la precarietà del momento storico attuale, nel quale abbiamo imparato a convivere con la fragilità. Il mondo è cambiato e così gli equilibri geopolitici, si sono dilatate le geografie, che sono andate dal fisico all’online e al metaverso. Il fatto che Ieg, in collaborazione con Informa, stia mettendo piede anche a Dubai, dove si sta spostando il mercato che gravitava su Hong Kong, è una cosa importante, perché oggi bisogna avere orizzonti aperti e partnership forti, legati non all’anno, ma al prossimo decennio, che vedrà un cambiamento dei costumi».

Tra le abitudini che muteranno e che lo stanno già facendo, ci sono quelle di acquisto, cambiate negli ultimi anni sia da un punto di vista etico che materiale. Da un lato con un’attenzione sempre maggiore alla sostenibilità del prodotto, dall’altro con una forte avanzata del digitale, ma non solo.Oggi le vendite online sono salite del +13% rispetto al 2019. Entro il 2025 ci sarà un ulteriore aumento tra il 18% e il 21%

Sostenibilità significa anche artigianato, formazione, recupero di un tipo di manifattura e cultura dei territori che sta scomparendo, la loro valorizzazione.

«La sostenibilità è un trend di mercato molto forte – continua De Luca – legato all’attuazione dell’agenda Onu 2030, che ne include i cinque pilastri: le persone, il pianeta, la pace, la prosperità e la partnership, che si trasferiscono poi in attività». Uno degli aspetti, appunto, è la circolarità. «Oggi l’oggetto ha una logica lineare: produco, uso, smaltisco. E questo comporta anche sfruttamento del territorio e delle persone. Sostenibilità significa anche artigianato, formazione, recupero di un tipo di manifattura e cultura dei territori che sta scomparendo, la loro valorizzazione. Secondo uno degli ultimi report di McKinsey sugli scenari di gioielli e orologi dal 2025, dal 20 al 30% degli acquisti di gioielleria saranno influenzati dagli aspetti di sostenibilità e circolarità».

Altro importante incremento, secondo lo stesso studio, sarà legato all’“online magic”.

«Oggi le vendite online sono salite del +13% rispetto al 2019. Entro il 2025 ci sarà un ulteriore aumento tra il 18% e il 21%. Anche il mondo del gioiello, pur lento ad assimilare i nuovi format ibridi, si è sensibilizzato anche a causa della chiusura dei negozi durante la pandemia. Questo mezzo facilita la vendita di prodotto branded e stanno uscendo anche i designer indipendenti, che hanno una buona capacità di storytelling, anche se dall’altro lato l’ampia offerta di comunicazione e prodotto online porta confusione tra i consumatori facendo soffrire soprattutto la fascia media».

Tra i fenomeni interessanti emersi negli ultimi tempi nel campo del retail c’è poi la nascita di nuovi modelli di business, che comprende anche l’evoluzione di alcuni esistenti. Uno di questi è il sempre maggiore sviluppo del mercato dell’orologio e del gioiello “pre owned” o di seconda mano, che si avvale di siti dedicati.

Il digitale ha portato una democratizzazione, aprendo l’accesso a mondi nei quali prima non entravano tutti

«Questo fenomeno – continua la docente – sta diventando molto importante soprattutto nell’orologeria e dal 2019 ha visto un incremento costante dell’8/10% annuo. La previsione di McKinsey è che passerà dai 18 miliardi di fatturato nel 2019 a 32 nel 2025. Questo ha favorito il mondo delle aste e Christie’s ha dichiarato che grazie all’online ha aperto a nuove fasce demografiche e geografiche. Le case d’aste stanno avendo un’importante crescita anche grazie al trend attuale che va “direct to consumer”, direttamente al consumatore, con una comunicazione dell’orologio e del gioiello che va al di là del valore intrinseco del pezzo. Il digitale ha portato una “democratizzazione”, aprendo l’accesso a mondi nei quali prima non entravano tutti. È un passaggio che ha rappresentato un grande stravolgimento, nel quale tutto è collegato: sostenibilità, circolarità, digitale».

Accanto al quale emerge anche un altro fenomeno associabile alla “democratizzazione” e al riutilizzo dei gioielli. «La nuova tendenza – sottolinea De Luca – è la nascita di siti che permettono non di acquistare gioielli di alta gamma che non ci si potrebbe permettere, ma di affittarli per una determinata occasione. Anche questo è un modo interessante di attuare il principio di sostenibilità». Che, dal punto di vista dei materiali, il settore ha sempre applicato, almeno per quanto riguarda il riutilizzo della materia prima, dando ad esempio nuova vita ai monili di famiglia.

«Il mondo del gioiello ha sempre riciclato, a partire dal recupero di metalli e pietre preziose. Un esempio classico è la reinterpretazione dei “gioielli della nonna”, che testimonia come la circolarità fa parte della gioielleria da sempre. Oltre a tutto il sistema dei banchi metalli.

Da una decina d’anni a questa parte c’è una sensibilità sociale molto focalizzata sull’origine dei materiali. Di fronte a una pandemia che ci ha bloccati per due anni e ancora ci condiziona, ci rendiamo conto che è tutto collegato e che se c’è qualcosa che non va in Africa o un virus che viene dalla Cina arriva anche da noi. C’è insomma una maggiore consapevolezza».

La circolarità, però, non si attua solo recuperando il collier ereditato dalla nonna, ma per ottenere questo risultato bisogna lavorare già a monte «a partire dalla progettazione di prodotti pensati per poter sopravvivere, essere smontati e rimontati o facilmente riparati. Quello che si sta trasformando è la consapevolezza di un’ingegnerizzazione che va a ripensare non solo il prodotto, ma il sistema. Questo porta a nuovo lavoro e nuove professionalità. C’è un fermento di nuove specializzazioni, molto interessante».

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