La Scuola Orafa Padovana, più che mai attuale la dottrina di Mario Pinton

Mario Pinton

Una mostra, un “atto dovuto”, un tributo doveroso a Mario Pinton, artista a tutto tondo ancora troppo poco conosciuto qui nella sua terra d’origine (l’inverso oltre confine) , iniziatore della prestigiosa Scuola Orafa Padovana.

Bracciale, 1956 in oro e ametiste

L’allestimento, che sarà ospitato dal 14 novembre 2020 al 10 gennaio 2021 nelle sale dei Musei Civici di Padova, in piazza Eremitani 8 (tutti i giorni dalle 10 alle 18, lunedì escluso, con ingresso gratuito e possibilità di prenotazione allo 049 8204551), è curato da Luisa Attardi e Mirella Cisotto Nalon, promosso dall’Assessorato alla Cultura e dall’associazione Amici del Selvatico, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, realizzato in occasione dei 100 anni dalla nascita del Maestro padovano. In esposizione più di cento opere (raccolte in un catalogo edito da Skira, con saggi di Elio Armano, Virginia Baradel, Luisa Bazzanella, Marco Bazzini, Mirella Cisotto Nalon, Fritz Falk, Giuseppe Furlanis, Nicola Galvan, Marta Nezzo, Ramon Puig Cuyàs, Elisabetta Vanzelli, Isotta Visintin), oltre disegni, bozzetti, scritti teorici che tracceranno un profilo esaustivo dell’abilità creativa dell’artista, contestualizzata nel clima culturale della Padova degli anni cinquanta e sessanta, in relazione alle arti applicate e al design. A completamento del percorso, anche gioielli, molti dei quali inediti, di Francesco Pavan e Graziano Visintin, alunni del Maestro ed oggi artisti di fama internazionale.

Medaglione con Cervo.
Collana anatomica in oro con pendente, 1955

Figlio d’arte, Mario Pinton affiancò all’attività creativa quella dell’insegnamento e di ricercatore, fu infatti docente di arte dei metalli e dell’oreficeria negli Istituti d’Arte di Padova e di Venezia, direttore dell’Istituto d’Arte di Padova, Este e Cittadella, direttore dell’Istituto Superiore delle Industrie Artistiche di Urbino.
Reinventò il linguaggio del gioiello, considerandolo non più solo come oggetto d’ornamento ma come opera d’arte espressa da precise istanze creative, attraversò pressochè indenne le tendenze dell’epoca, ad iniziare dall’astrattismo, grazie al suo potente temperamento, si ispirò all’arte orafa greca, etrusca e romana fino a giungere ad una personalizzazione inarrivabile dei suoi manufatti, espressi nella conclusione della sua attività in lamine sorprendentemente rarefatte, eteree, inversamente proporzionali alla ponderosa concettualità delle opere.

Spilla Eva, 1958
oro e smeraldo

Fu anche scultore, soprattutto d’arte sacra, e poeta, personalità poliedrica d’eccezionale levatura che ha affidato la sua dottrina alla prestigiosa Scuola Orafa Padovana, arrivata oggi alla quarta generazione di artisti.

Spilla, 1979 oro e zaffiro

Vogliamo rendere onore a Mario Pintonafferma Andrea Colasio, assessore alla cultura del Comune di Padova – un artista che ha portato in tutto il mondo il nome di Padova e l’idea del gioiello come opera d’arte, e insieme ricordare la sua straordinaria figura di intellettuale. Orafo, scultore, autore di oggetti di arredo, disegnatore, poeta, insegnante: la mostra farà conoscere nella sua completezza questo nostro concittadino assai apprezzato a livello internazionale, ma ancora troppo trascurato in Italia.

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