Idee super vintage per un regalo di Natale maestoso!

Ecco una rassegna di orologi vintage rari e rarissimi da mettere sotto l’albero per un regalo natalizio da vero e proprio “effetto wow” o anche, in almeno un paio di casi, da rischio infarto! Questa favolosa carrellata la ragioniamo insieme ad Andrea Foffi, da anni tra i top dealer mondiali dell’orologeria d’epoca e massimo esperto internazionale dei leggendari Speedmaster di Omega.

Andrea Foffi

In questo senso è anche il fresco autore dell’imperdibile monografia – altra ottima idea regalo – intitolata Magister. Andrea Foffi Speedmaster Selection, 416 pagine, 370 fotografie, peso del libro di quasi 4 kg! per un prezzo di 399 euro.

Pierre Cardin e Jaeger. Cassa monobolocco in acciaio (35x41mm). Valore circa 3.500 euro

Iniziamo con un “ore e minuti” a carica manuale semplicemente strepitoso in arrivo dagli anni Settanta in una forma smagliante e frutto della collaborazione in stato di grazia tra lo stilista Pierre Cardin e la manifattura Jaeger, che all’epoca non era ancora associata a LeCoultre. Fascino davvero al top e dimensioni della cassa monoblocco in acciaio perfette (35 x 41 mm) per un valore che oscilla intorno ai 3.500 euro.

Zenith e Cairelli (1960) Calibro cronografico Zenith 146DP con cassa in acciaio inox 42 mm. Il valore supera i 12mila euro

Un’altra partnership di rilievo assoluto associa il marchio Zenith a Cairelli, storico rivenditore romano che forniva questi celeberrimi orologi militari all’Aeronautica Italiana fino agli anni Sessanta. In foto uno stupendo esemplare del 1960 in condizioni eccezionali che monta il calibro cronografico Zenith 146DP. La cassa è in acciaio inox e ha una misura attualissima di 42 mm. Il suo valore supera i 12mila euro.

Speedmaster di Omega Ref. 345.0809 in acciaio, prodotto in 2mila esemplari nel biennio 1985/86. Valore circa 25mila euro.

La terza opzione riguarda il “core business” del nostro amico Andrea Foffi: lo Speedmaster di Omega in condizioni super, qui nella versione impreziosita dalle fasi lunari a ore 12. È la Referenza 345.0809 in acciaio, prodotta in 2mila esemplari complessivi nel biennio 1985/86. Lo si mette al polso con un bonifico di 25mila euro.

Patek Philippe Ref. 5004 (2008) cassa ø 37 mm e spessore di 15. Movimento meccanico a carica manuale con riserva di marcia di 60 ore. Valore oltre i 300mila euro.

Adesso sedetevi e fate un bel respiro profondo. Stiamo per entrare nell’alta quota della storia dell’orologeria con due esemplari semplicemente pazzeschi, entrambi della blasonatissima Patek Philippe.

Il primo è la Referenza 5004G, con la G che sta per “grigio”, ovvero come indica da sempre la manifattura ginevrina il suo oro bianco. Si tratta di un cronografo rattrappante (quindi con doppia lancetta dei secondi crono in grado di registrare un “intertempo”) con l’aggiunta del calendario perpetuo (capace di riconoscere la lunghezza dei mesi e dell’anno bisestile) e fasi lunari. La somma di queste complicazioni fa del crono-perpetuo Patek la quintessenza del collezionismo tradizionale. Questa versione del 2008 ha probabilmente la cassa più armoniosa di sempre, con un diametro di 37 mm e uno spessore di 15. Ovviamente il movimento è meccanico, a carica manuale, con una riserva di marcia di 60 ore. Allacciate le cinture di sicurezza: per averlo ci vogliono più di 300mila euro.

Patek Philippe Ref. 1518 Prodotto in 281 esemplari tra il 1941 e il 1954. Cassa in oro giallo. Valore tra 1 e 2 milioni di euro.

E ora l’orologio da infarto. Signori e signori, la leggenda: la Referenza 1518, la più rara della storia, con una produzione complessiva di 281 esemplari tra il 1941 e il 1954, di cui i più rari in oro rosa e i rarissimi o quasi unici in acciaio. Mentre il resto del mondo pensava alla Seconda Guerra Mondiale e a ripartire dalle macerie planetarie, quei matti in manifattura a Ginevra s’inventavano questo sontuoso crono-perpetuo e fasi luna: l’Everest dell’orologeria meccanica, con salita invernale e senza ossigeno. Tanto per comprendere il livello: l’ultimo in acciaio battuto all’asta da Phillips, nel novembre del 2016, è stato venduto a 11 milioni di franchi svizzeri! Ma se andasse in asta oggi spunterebbe una cifra ben più alta, probabilmente inimmaginabile, a suon di rilanci tra vecchi e nuovi ultra miliardari in estasi per accaparrarsi il Santo Graal delle lancette. In foto abbiamo, per condizioni – quasi mai usato!- e integrità, la versione con cassa in oro giallo più bella mai apparsa in un’asta; con una curiosità notevole, questo orologio, insieme anche a un altro esemplare in oro rosa, è stato battuto nella stessa asta di Phillips del novembre 2016 (quella da record per il “cugino” in acciaio). Il suo valore? Oscilla tra 1 e 2 milioni di euro. Brustolini – ad averne da buttare via, s’intende – di fronte a tanta bellezza!

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