Diamante lab grown come opportunità: l’osservatorio Nivoda

Nivoda è uno dei marketplace on line di riferimento per l’acquisto di diamanti, tra le principali piattaforme di vendita dei diamanti naturali e lab grown.

“Oltre 400mila pezzi disponibili, 3000 clienti in tutto il mondo, 10 sedi nel pianeta, una rete di 2000 partner confermano la nostra presenza radicata e capillare su scala globale e ci permettono di effettuare un monitoraggio costante del nostro trend di mercato – spiegano Luana Lombardo e Carlo Maina, Business Development Manager Nivoda per l’Italia.

I dati estratti dalla piattaforma Nivoda mostrano le abitudini di acquisto dei propri clienti dal 2021 al 2023. Notiamo la crescita progressiva delle nostre vendite lab grown. Il diamante sintetico, dal 2021 al 2023, ha superato la vendita di diamanti naturali in UK e USA”. Il grafico Nivoda pubblicato in pagina è la sintesi dei valori interni alla piattaforma.

“Abbiamo schematizzato la differenza nelle vendite di diamanti naturali e sintetici sulla nostra piattaforma per ciascun anno, evidenziando un lento declino nelle vendite di diamanti naturali e un aumento nelle vendite di diamanti sintetici.  Nel periodo considerato, infatti, abbiamo venduto nei paesi anglofoni 25% di diamanti naturali e il 75% di sintetici, dunque la situazione si è ribaltata e più della metà delle nostre vendite è stata lab grown, tranne in Europa – spiegano i BDA Nivoda per l’Italia – Ogni anno, il numero di acquirenti varia man mano che la nostra base clienti cresce, ma il principio del grafico rimane lo stesso: i numeri sono basati su percentuali piuttosto che sul valore delle vendite. Nivoda mira a garantire che la sua selezione fornisca esattamente ciò di cui i gioiellieri hanno bisogno per realizzare una vendita basata sulla domanda dei consumatori. Notiamo, però, che i grandi marchi si stanno muovendo in questa direzione e il monitoraggio Nivoda lo conferma: Pandora, LVMH, Prada e De Beers con Lightbox hanno cominciato a produrre linee con i diamanti sintetici (source: Ziminsky report). Si stima inoltre che negli Stati Uniti un terzo degli anelli di fidanzamento acquistati sia realizzato con materiale lab grown”.

Quali saranno i prossimi passi di Nivoda e la sua strategia? “Nivoda vuole informare su questo materiale non ancora ben conosciuto in Europa. Ha dunque impostato – spiegano Lombardo e Maina – una campagna di educazione all’acquisto per far capire alla cliente cosa sia il diamante sintetico e come trattarlo in maniera adeguata e legittima. In vista del rendimento attuale del mercato, vale la pena ed è nell’interesse degli operatori del settore informarsi sul lab grown, perché la domanda adesso è in forte crescita anche in Europa. Dunque in previsione di un’impennata dei consumi, è opportuno prendere consapevolezza di come posizionare il sintetico rispetto al diamante naturale. La prima domanda che il cliente rivolgerà entrando in gioielleria sarà la seguente: devo comprare un diamante naturale oppure sintetico? Bisogna farsi trovare preparati di fronte a questa domanda spartiacque e quindi stabilire la clientela target in base alla tipologia di diamante venduto e che uso bisogna farne.

Il diamante naturale è richiesto da una clientela selezionata, che può spendere di più. È un gioiello per le occasioni importanti, viene lasciato in eredità, da conservare in cassaforte, ha un design classico e senza tempo. Il diamante di laboratorio può riportare gratificazione nel gioiello per tutti i giorni. È un prodotto casual e che segue la moda. Si addice alla clientela giovane che non vuole spendere troppo. È una tipologia di prodotto che sposa il cambiamento, la sperimentazione e la combinazione di colori. Diventa pronto uso ed è acquistabile nuovamente dal cliente, nel corso della propria vita”.

L’azienda parteciperà a Vicenzaoro 2-1/163

Per saperne di più nivoda.net

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