CNA, Aldo Pettorino: “La formazione deve essere pensata per l’artigiano del futuro”

A pochi giorni dalla missione a Dubai, il punto con il rappresentante degli artigiani

L’imprenditore Aldo Pettorino da alcuni mesi è il nuovo rappresentante degli orafi campani di Cna. 54 anni, gemmologo diplomato IGI, da quasi trent’anni alla guida della Foe, azienda orafa artigiana campana con un forte focus sul maschile. Un incarico di responsabilità che si è concretizzato nei giorni scorsi in un’importante missione di rappresentanza per conto della Regione Campania all’Expò di Dubai.

Aldo Pettorino

«Occorre investire sui trend positivi che riguardano il capitale umano, attivando misure che trasmettano le capacità artistiche alle nuove generazioni e consentano contestualmente di acquisire competenze legate alle nuove tecnologie e alla digitalizzazione»

Rappresentare gli orafi in una confederazione così importante è una responsabilità non da poco. Quali sono i numeri del sistema Cna/orafi in Campania e in Italia?

In qualità di Coordinatore Regionale degli Orafi per la CNA Campania ho la responsabilità di rappresentare circa 180 imprese. Parliamo di imprenditori che basano il proprio successo sulla creatività, sulle abilità artistiche tradizionali e che tendono sempre ad adottare innovazioni di processo e di materiali per rimanere competitivi sui mercati internazionali. Insomma sono artigiani con i quali occorre instaurare un dialogo costante e fattivo per poter raccogliere la loro fiducia e rappresentare al meglio i loro interessi. Sono orgoglioso di dire che le CNA campane ci stanno riuscendo al meglio vista anche la ampia partecipazione ad eventi e momenti di dibattito. Dobbiamo anche ringraziare una rappresentanza nazionale molto forte, presente in tutti i grandi distretti orafi del paese, che fa sintesi dei bisogni e delle istanze del settore. 

In che maniera e con quali “misure” è possibile aiutare le imprese orafe della Campania?

Le imprese orafe della Campania hanno dimostrato di essere in grado di rimanere competitive sul mercato e nel 2021 emergono due dati particolarmente interessanti nonostante una dimensione imprenditoriale molto piccola: un livello occupazionale che rimane tra i più alti della regione ed un indice di export in crescita. Occorre investire su questi due trend positivi che riguardano il capitale umano, attivando misure che trasmettano le capacità artistiche alle nuove generazioni e consentano contestualmente di acquisire competenze legate alle nuove tecnologie e alla digitalizzazione; l’Internazionalizzazione che, benchè in crescita, rappresenta solo il 30% del volume di affari dell’artigianato orafo campano e quasi completamente relativo al prodotto corallo verso Emirati, Giappone ed Israele. Sostenere investimenti in nuove tecnologie, nuove competenze e nuovi mercati potrebbe essere la chiave di volta. 

La mancanza di nuovi artigiani sta mettendo in crisi il settore. Il comparto orafo sta pagando oggi scelte scellerate politiche fatte in passato, come si può riavvicinare il giovane al banchetto?

Naturalmente con investimenti in formazione, dicevo prima della necessità di investire in capitale umano. Ma questa formazione deve essere pensata per l’artigiano del futuro, un artigiano moderno, capace certo di utilizzare la creatività e la sapienza delle mani per realizzare i prodotti di alta qualità che la nostra tradizione racconta, ma che sia in grado di utilizzare le nuove tecnologie, di dialogare con il mercato internazionale, di essere insomma un imprenditore della contemporaneità globale.  Intravediamo una piccola inversione di tendenza del decisore politico che spinge per la creazione di poli di formazione orafi, ma occorre che i giovani allievi non solo si immaginino al banchetto, ma che si sentano a proprio agio a competere nel mondo. Insomma, occorre una operazione educativa e culturale che rinnovi il l’immaginario della figura dell’artigiano orafo perché eserciti un adeguato appeal nei confronti delle giovani generazioni. 


Siete, da pochi giorni, reduci da una missione istituzionale a Dubai, un suo giudizio su questa esperienza?

Devo dire un bellissimo segnale da parte della Regione Campania che ha promosso una settimana di eventi pubblici ed incontri con buyer. Al Padiglione Italia di Expo Dubai è stata soprattutto la settimana degli artigiani campani. Una selezione di maestri orafi, accompagnati dalla CNA, ha arricchito con le proprie opere gli spazi espositivi in una mostra temporanea non a caso chiamata “Campania Divina”. Expo Dubai 2020 è solo il primo passo di un percorso che abbiamo intrapreso con i grandi nomi dell’oreficeria italiana che vivono e lavorano nella nostra regione, e siamo fiduciosi che continuerà il dialogo tra le imprese, la nostra associazione e le istituzioni per portare a casa altri importanti risultati.


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