AOL Sangalli a Conte: “O si riaprono i negozi o tutto il settore va inserito nel Decreto Ristori”

Il presidente dell’Associazione Orafa Lombarda sollecita il Premier a rivedere il provvedimento che penalizza in maniera massiva l’intero comparto orafo

Andrea Sangalli

«Se non lavorano le gioiellerie, non produce nemmeno la filiera. Quindi o si riaprono i negozi o tutto il settore va inserito del decreto Ristori». È un discorso di sistema quello che Andrea Sangalli, presidente dell’Associazione orafa lombarda, ha esplicitato nella missiva inviata al premier Giuseppe Conte, al ministro della Salute Roberto Speranza e al presidente della Lombardia Attilio Fontana.

Un ragionamento che parte dal confronto con associati, ma soprattutto fornitori, che al momento vedono la loro merca invenduta, a causa della chiusura del dettaglio all’interno delle zone rosse, ma non beneficiano dei “ristori”.


«Se i nostri negozi nelle zone rosse sono blindati
 – spiega – non è invece stata chiusa la filiera di cui siamo la testa. I fornitori sono autorizzati a tenere aperto, ma di fatto se noi non vendiamo, i loro prodotti restano in magazzino. Sembra quasi uno stratagemma per non inserirli nei ristori, per quanto elemosine, che vengono invece destinati a noi».

La richiesta, invece, è molto chiara. «Le gioiellerie non generano assembramenti – continua – anzi, magari lo facessero. È quindi assurdo che non ne venga consentita la riapertura, come succede per altre attività non essenziali come fioristi o profumerie. Altrimenti è necessario che sia aiutata anche la filiera, o si rischia che le aziende chiudano».

Il presidente di Aol, però, ha anche un’altra questione che gli sta molto a cuore: che questa situazione non spinga le persone ad acquistare i regali di Natale dai colossi online, cedendo alle lusinghe del tam tam pubblicitario in corso. E così ha lanciato una campagna social per chiedere ai cittadini di non abbandonare i negozi, soprattutto in un anno così difficile. «Quest’anno i miei acquisti li faccio nei negozi sotto casa… perché la mia città ha bisogno delle loro luci!» è lo slogan.

«Vogliamo dire agli italiani di ricordarsi dell’essenza delle loro città, che sarebbero più tristi se i negozi chiudessero. E se vogliono comprare online di farlo sui loro siti, non sui grandi portali che stanno martellando di pubblicità. Abbiamo avuto 33mila visualizzazioni in pochi giorni, segno che la questione è sentita».

La speranza, comunque, è di riprendere l’attività almeno prima di Natale. «Mi auguro che per quel periodo ci riaprano o ci passino zona arancione, perché per le nostre attività è un momento determinante e Natale è una data alla quale le persone non derogano. I regali non li rimandano a gennaio, piuttosto li comprano in rete. Se non ci riaprissero, credo che in molti il prossimo anno non rialzerebbero le serrande».  

le lettera indirizzata al premier

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