Afemo, Barettoni: un momento decisamente positivo per i suoi associati, sulla scia della crescita del settore orafo


Un 2022 ottimo e un 2023 con ottime premesse, anche grazie a T.Gold, che è andato oltre le più rosee aspettative. Aspettando il nuovo padiglione per far crescere ancora di più un salone che è già il punto di riferimento mondiale del settore.
Gianluigi Barettoni, presidente dell’Afemo, l’associazione che riunisce i produttori e gli esportatori di macchine orafe racconta un momento decisamente positivo per i suoi associati, sulla scia della crescita del settore orafo.

Gianluigi Barettoni, presidente di Afemo

Presidente, come sta andando il mercato?
Molto bene. I primi mesi del 2023 stanno seguendo il trend positivo del 2022, pur con le mille difficoltà a evadere gli ordini, legate soprattutto alla componentistica elettronica che non arriva. Dopo il Covid avevamo avuto problemi a causa della chiusura della Cina per la pandemia, ma sembrava che la situazione si fosse quasi normalizzata, invece c’è ancora qualche difficoltà legata al reperimento dei materiali e dei costi. Questo ritarda le consegne, ma comunque gli ordinativi arrivano e nel 2022 le aziende italiane hanno avuto aumenti di fatturato importanti.

Com’è andato T.Gold?
È stato eccezionale, superiore alle già rosee aspettative. Alla vigilia pensavamo che la fiera e l’affluenza sarebbero state buone, visto anche il buon andamento del mercato nel 2022, ma sono andate anche oltre, con presenze da tutto il mondo, che hanno fatto sì che l’assenza della Cina a causa della pandemia e del Capodanno non sia stata rilevante. Abbiamo invece visto numerosi operatori da Nord Africa, Europa, Usa e Sud America, in particolare Colombia, Brasile e Perù. Il ritorno alla data di gennaio certamente per noi è stato più che positivo e T.Gold resta il salone fondamentale per il settore, con grandi potenzialità di crescita. Ma servono nuovi spazi.

A tal proposito, il presidente di Ieg, Lorenzo Cagnoni, ha annunciato l’inizio dei lavori
Questo è positivo, perché T.Gold è il salone leader mondiale del settore e sarebbe un peccato che venisse penalizzato dalla mancanza di spazi. Abbiamo apprezzato la tensostruttura, ma ora serve il padiglione. Stiamo aspettando di vedere il progetto e di avere dati certi riguardo alle tempistiche. Il sogno sarebbe di poter entrare a gennaio 2025
.


T.Gold si sposta a Hong Kong, le aziende italiane ci saranno?
So che qualche impresa andrà, ma non credo saranno molte. Per noi il salone di riferimento a Hong Kong è da sempre quello di settembre, anche perché a marzo si tiene la fiera di Istanbul, che per il nostro settore è molto importante. La filosofia, oggi, è selezionare gli eventi a cui partecipare. Siamo appena stati al Jgt Dubai, sempre con Ieg, che è stato interessante, con una bella partecipazione di aziende e discreta affluenza di pubblico e poi saremo a Oroarezzo, con una buona partecipazione a livello italiano. L’aspettativa, però, è poter fare sempre meglio T.Gold, perché è il volano di tutto un anno di lavoro.


È solo una questione di periodo?
Non solo. Hong Kong in questo momento resta un punto di domanda, sia sul piano della pandemia che della politica. Della prima non si parla più, ma sappiamo che in Cina sono ancora alle prese con la situazione pandemica; poi una volta Hong Kong era l’hub per andare in Cina, mentre adesso le cose sono cambiate. Senza contare che il Dragone è un po’ in recessione per quanto riguarda la produzione orafa. In questo momento non c’è molto movimento e non ci aspettiamo tanto, poi però è un mercato che quando riparte lo fa alla grande.


Quali sono i mercati migliori oggi?
Si stanno muovendo un pò tutti, a partire dall’Italia, dove il settore orafo viaggia bene e sta investendo, anche grazie al 4.0. Poi l’export fa il suo dovere. L’Europa si muove bene e così la Turchia, che è un hub importante verso tanti paesi ex sovietici. Lo stesso Iran si sta muovendo e nonostante tutto abbiamo richieste anche dalla Russia e dall’Ucraina, perché la gente non si ferma e vuole lavorare.


A proposito di lavoro, voi riuscite a reperire manodopera?
Purtroppo questo è un problema anche per noi, come per gli orafi. Ma le difficoltà non le abbiamo solo in Italia, negli Usa capita lo stesso. Questa è una delle battaglie più importanti che dobbiamo portate avanti assieme: far innamorare i ragazzi del nostro lavoro e insegnarglielo bene. Siamo disposti anche a formarli, ma la politica dovrebbe aiutare chi assume e forma le nuove generazioni.


Che aspettative avete per il 2023?
Che sia come il 2022, anche se la situazione internazionale è difficile. Le aspettative sono positive, anche perché stanno ancora arrivando conferme di ordini fatti a T.Gold, dove abbiamo avuto visite interessanti, che porteranno lavoro più avanti. L’anno, insomma, è iniziato nel migliore dei modi e siamo ottimisti, sempre sperando che il contesto internazionale non peggiori.

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