The List: così viene chiamato in borsa il Rapaport Diamond Report, il listino di riferimento dei diamanti tagliati.
Negli anni ’70, Martin Rapaport ebbe la geniale intuizione di formalizzare quello che avveniva tutti i giorni nelle sale degli scambi delle 3 Diamond Exchange più importanti dell’epoca: Anversa, Tel Aviv e New York. Fino a quel momento i prezzi erano ricavati dal mercato locale e quindi quello che era vero ad Anversa, poteva non corrispondere a New York.
Il Rapaport Diamond Report è un listino non pubblico e la sua consultazione è riservata e protetta da rigidi diritti d’autore.
Tra i trader non sentirete mai chiedere il prezzo di un diamante, ma piuttosto: “…quanto rispetto alla lista?”. Il Rapaport Diamond Report indica il prezzo sul quale basare le trattative e questo significa che, in considerazione delle specifiche proprietà gemmologiche di un diamante, il suo prezzo finale verrà determinato a premio (o a sconto) rispetto a quanto indicato sul listino.
Ogni diamante è differente da un altro ed il prezzo deve riflettere le caratteristiche positive e negative tradotte ed applicate sul prezzo di riferimento del Rapaport Diamond Report. Questo esercizio d’interpretazione può essere effettuato solo da professionisti riconosciuti ed una errata applicazione di questi principi potrebbe generare perdite importanti di denaro per chi compra o per chi vende.
Questo listino viene pubblicato ogni giovedì in USA e riporta i prezzi distinguendo i diamanti per categorie secondo il taglio, il colore, la purezza ed il peso (le celebri 4 “C”: Cut, Color, Clarity, Cut).
A questi parametri vanno aggiunte le caratteristiche dei diamanti tagliati interpretabili soltanto da esperti che hanno la necessaria competenza ed esperienza per stimare e valutare in modo corretto le proprietà gemmologiche di un diamante come: l’impatto delle inclusioni sulla brillantezza del diamante, le proporzioni del taglio, il colore fondamentale del grezzo di provenienza, l’effetto della fluorescenza…ed anche il laboratorio gemmologico che ha emesso il certificato ha la sua incidenza sul prezzo.
Se fino a qualche anno fa le contrattazioni si effettuavano a voce nelle sale, oggi esistono le piattaforme online, dove al fianco del prezzo di riferimento del Rapaport Diamond Report è evidenziato il prezzo “domandato” del possessore della pietra ed quindi è possibile effettuare una “offerta” per avviare la trattativa.
Il risultato notevole è che oggi, da ogni parte del mondo, ogni operatore accreditato agli scambi sul mercato telematico può conoscere il valore reale di un diamante ponendo evidentemente le basi per una prossima borsa aperta con prezzi trasparenti, come avviene per le altre materie prime.
Esistono diversi mercati virtuali, anche in concorrenza fra loro, come succede per le borse valori sparse nel mondo (Nyse, Nasdaq,…) e lo stesso Rapaport ha creato RapNet, una delle piattaforme dove transitano il maggior numero di diamanti al mondo. A conferma delle floride prospettive del mercato, anche il magnate Richard Branson è entrato nel business delle piattaforme online per lo scambio di diamanti.
Seppur corredati di tanta tecnologia in tempo reale che permette transazioni rapide e senza confini, per tutta la settimana nei corridoi dei palazzi delle borse diamanti si sentono sempre gli operatori chiedersi se il prossimo giovedì la “lista” cambierà…
One thought on “Marcello Manna: il listino dei diamanti”
buongiorno, ottimo articolo molto chiaro su un argomento sconosciuto!
la vostra rivista è in edicola?
cordialità,
FP