
Altagamma: Il gioiello made in italy guida il lusso europeo
Nel documento, cluster di riferimento per la gioielleria i distretti orafi italiani di Vicenza, Valenza e Arezzo
L’ECCIA, l’alleanza europea delle associazioni nazionali del lusso – tra i cui soci fondatori figura anche Altagamma – ha presentato al Parlamento Europeo una proposta articolata in cinque punti, con l’obiettivo di sostenere la crescita sostenibile a lungo termine del settore dell’alto di gamma e il suo contributo all’economia e alla reputazione europea.

L’alto di gamma europeo detiene oggi il 70% del mercato globale, ma deve affrontare sfide importanti in un’economia mondiale sempre più incerta: l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche, l’aumento dei dazi e le politiche commerciali protezionistiche, in particolare tra Stati Uniti e Cina, che rappresentano il 35-45% dei ricavi globali del settore, introducono un’elevata instabilità.
Nonostante ciò, il settore continua a trainare la crescita, generare occupazione e tutelare la cultura e l’eccellenza europea all’estero, come sottolinea Stefania Lazzaroni, CEO di Altagamma:
“L’alto di gamma europeo è protagonista di un mercato globale che potrebbe raddoppiare il proprio valore entro il 2030, raggiungendo 2.500 miliardi di euro, come rileva lo studio ECCIA presentato a Bruxelles. Il suo impatto è rilevante anche sul piano sociale: 2 milioni di posti di lavoro nel 2024; 160.000 nuovi impieghi dal 2019; investimenti fino al 3% del fatturato in sostenibilità e fino al 5% in formazione. Inoltre, il 40% dei turisti di alta gamma sceglie l’Europa anche perché interessato ad acquistare le nostre creazioni manifatturiere. In un anno complesso come questo, siamo lieti di raccontare alla Commissione Europea l’impegno e le esigenze di un comparto strategico, che rappresenta un patrimonio culturale ed economico da tutelare.”
Tra i case history eccellenti menzionati nel rapporto presentato dall’ ECCIA che raccontano la crescita dell’ alto di gamma figurano per l’Italia i distretti orafi italiani di Vicenza Valenza e Arezzo.

Un modello di eccellenza minacciato dalla guerra commerciale dei dazi, che rischia di compromettere la capacità del settore di mantenere un accesso competitivo ai mercati strategici per l’export. La crescente retorica protezionistica rischia,di fatto, di danneggiare ulteriormente un settore che dipende fortemente dai mercati aperti, commenta con preoccupazione Michael Ward, Presidente di ECCIA:
“Avvertiamo alcuni segnali non positivi. Misure tariffarie rischiano di compromettere la domanda globale, aumentare i costi e spingere le imprese a rivedere le catene di approvvigionamento, mentre è essenziale salvaguardare la redditività e invocare una maggiore stabilità.”
Le aree di intervento individuate nel documento, presentatao al Parlamento Europeo dalle aziende del lusso e redatto con Bain & Company, riguardano:
- il rafforzamento della proprietà intellettuale e il contrasto alla contraffazione,
- la tutela della fiducia e dell’esperienza del consumatore,
- la promozione della sostenibilità nei beni e servizi di alta gamma,
- il sostegno all’artigianato e lo sviluppo delle competenze,
- il consolidamento del commercio e del turismo come leve ulteriori di crescita per il settore

Claudia D’Arpizio, Senior Partner di Bain & Company, conclude in un una nota:
“Anche se il settore rappresenta l’11,5% delle esportazioni totali europee, i beni di lusso sono molto più che motori economici. I marchi, attraverso i loro prodotti e le loro esperienze, sono la massima espressione del soft power europeo, che si fonda su creatività, innovazione e maestria artigianale: l’‘intelligenza artigiana’ unica dell’Europa.”
Altagamma and ECCIA present study on the European luxury industry at the European Parliament
The European Cultural and Creative Industries Alliance (ECCIA), which includes Altagamma among its founding members, presented a study at the European Parliament highlighting the impact of the European luxury sector and proposing five policy recommendations to ensure its long-term sustainable growth and contribution to the EU economy and reputation.
The European high-end sector holds 70% of the global luxury market but faces growing challenges due to increasing geopolitical tensions, tariffs, and protectionist trade policies — especially between the US and China, which together account for 35–45% of the sector’s global revenues. Despite this uncertainty, the sector continues to drive growth, generate employment, protect cultural heritage, and promote European excellence abroad.
According to Altagamma CEO Stefania Lazzaroni, the global luxury market could double in value by 2030 to €2.5 trillion, employing 2 million people in 2024, with 160,000 new jobs created since 2019, and significant investments in sustainability (up to 3% of revenues) and training (up to 5%). Moreover, 40% of high-end tourists choose Europe specifically to purchase its luxury craftsmanship.
However, as ECCIA President Michael Ward warns, the sector’s competitiveness is threatened by protectionist measures and trade wars, which risk undermining global demand, raising costs, and forcing companies to rethink their supply chains.
The study, conducted with Bain & Company, identifies five key areas of intervention:
- strengthening intellectual property and combating counterfeiting,
- protecting consumer trust and experience,
- promoting sustainability in high-end goods and services,
- supporting craftsmanship and skills development,
- boosting trade and tourism.
Bain & Company’s Claudia D’Arpizio emphasizes that luxury is not only a major economic driver — representing 11.5% of total EU exports — but also an expression of Europe’s soft power, built on creativity, innovation, and unique artisanal expertise.

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