
La scienza in aiuto dei coralli. SSEF annuncia un’analisi del DNA che permette di distinguere con precisione quelli “preziosi”
Scoperta una nuova specie del complesso Pleurocorallium norfolkicum

È stata identificata una nuova specie di corallo prezioso, finora sconosciuta sia al commercio gemmologico sia alla comunità scientifica. Questa specie appartiene al complesso Pleurocorallium norfolkicum ed è stata scoperta grazie a un metodo avanzato basato sull’analisi del DNA, sviluppato congiuntamente dall’Istituto Gemmologico Svizzero (SSEF) e dall’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Zurigo. La tecnica consente di distinguere con precisione i cosiddetti “coralli preziosi” utilizzati nella gioielleria di lusso.
A tale proposito il Dr Laurent E. Cartier, Responsabile delle Iniziative Speciali del SSEF, ha dichiarato: “Diversi coralli preziosi presentano caratteristiche e colori molto simili, e le tecniche gemmologiche tradizionali non riescono a distinguerli. Leggendo le loro impronte genetiche, ora possiamo identificare le diverse specie in modo inequivocabile, fornendo maggiore trasparenza e permettendoci di documentare meglio la provenienza dei gioielli in corallo prezioso, sia storici che moderni”.
Il processo è stato descritto in due articoli scientifici sottoposti a peer review e pubblicati all’inizio di giugno sulle riviste Coral Reefs¹ e Diversity². Gli studi illustrano come i ricercatori siano riusciti a estrarre tracce minime di DNA mitocondriale da perle di corallo, spesso prelevando solo pochi milligrammi dai fori già presenti, e a confrontarle con campioni di riferimento conservati nei musei e in nuove librerie genetiche.
In particolare, lo studio pubblicato su Coral Reefs ha riesaminato l’olotipo del 1840 di Pleurocorallium secundum conservato allo Smithsonian Institution di Washington DC, dimostrando tramite analisi di DNA a bassa copia che i campioni originali e quelli successivamente ridefiniti appartengono alla medesima specie. Tale ricerca ha inoltre chiarito la distribuzione geografica effettiva di questa specie, che si estende dalle Hawaii al Mar Cinese Meridionale.
“Il nostro approccio ci permette di recuperare abbastanza DNA da campioni di corallo completamente calcificati per identificare la specie in gioielli di grande valore in modo quasi non distruttivo. Quello che è iniziato come una sfida forense si è trasformato in una porta verso la scoperta di una nuova specie nel commercio di corallo prezioso e in un contributo concreto alla conservazione dei coralli”.Ha spiegato il Dr Bertalan Lendvay, ricercatore associato dell’Università di Zurigo
L’articolo su Diversity ha invece analizzato una collana eccezionale, realizzato nella varietà di corallo rosa pallido chiamata “pelle d’angelo”. L’analisi genetica ha rivelato che il materiale non corrisponde alle due specie più simili, Pleurocorallium elatius e Pleurocorallium secundum, ma appartiene a una nuova specie del complesso Pleurocorallium norfolkicum, con campioni tracciabili fino al Vietnam. Questa scoperta suggerisce l’esistenza di una pesca finora non documentata.
Science to the aid of coral: a DNA analysis makes it possible to accurately distinguish “precious” ones
Discovery suggests the existence of a hitherto undocumented fishery
A new species of precious coral, hitherto unknown to both the gemological trade and the scientific community, has been identified. This species belongs to the Pleurocorallium norfolkicum complex and was discovered through an advanced method based on DNA analysis, jointly developed by the Swiss Gemmological Institute (SSEF) and the Institute of Forensic Medicine at the University of Zurich. The technique makes it possible to accurately distinguish so-called “precious corals” used in luxury jewelry.
In this regard, Dr Laurent E. Cartier, Head of Special Initiatives at SSEF, said, “Different precious corals have very similar characteristics and colors, and traditional gemological techniques cannot distinguish them. By reading their genetic fingerprints, we can now unequivocally identify the different species, providing greater transparency and allowing us to better document the provenance of both historic and modern precious coral jewelry.”
The process was described in two peer-reviewed scientific papers published in early June in the journals Coral Reefs¹ and Diversity². The studies illustrate how researchers have been able to extract minute traces of mitochondrial DNA from coral beads, often by taking only a few milligrams from the holes already present, and compare them with reference samples stored in museums and in new gene libraries.
In particular, the study published in Coral Reefs reexamined the 1840 holotype of Pleurocorallium secundum preserved at the Smithsonian Institution in Washington, D.C., demonstrating through low-copy DNA analysis that the original and later redefined samples belong to the same species. This research also clarified the actual geographic distribution of this species, which extends from Hawaii to the South China Sea.
“Our approach allows us to recover enough DNA from fully calcified coral samples to identify the species in valuable jewelry in a nearly non-destructive manner. What started as a forensic challenge has turned into a gateway to the discovery of a new species in the precious coral trade and a concrete contribution to coral conservation. “explained Dr Bertalan Lendvay, research associate at the University of Zurich
Instead, the article in Diversity analyzed an exceptional necklace made from the pale pink coral variety called “angel skin.” Genetic analysis revealed that the material does not correspond to the two most similar species, Pleurocorallium elatius and Pleurocorallium secundum, but belongs to a new species of the Pleurocorallium norfolkicum complex, with samples traceable to Vietnam. This discovery suggests the existence of a hitherto undocumented fishery.

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