Silvia e Alberto Prandoni. La fabbrica dei sogni

Da una loro iniziativa è nato il marchio italian design, con l’esplicita missione di conquistare il cuore delle donne più esigenti

Silvia e Alberto Prandoni

La famiglia Prandoni è proprietaria delle esclusive gioiellerie Boîte d’Or di Cuneo, Alba e Limone Piemonte. Ha anche altre attività, che spaziano dalle centrali di riscaldamento all’edilizia. Uno speciale imprinting familiare induce i Prandoni a perseguire, in qualsiasi settore operino, l’eccellenza assoluta. A questa regola non poteva sfuggire il quartier generale delle aziende di famiglia, che ha sede in una modernissima struttura architettonica ecocompatibile.

Pubblicato su più di cento riviste, l’edificio ha conquistato la copertina di AD e il top magazine americano “The Plan” gli ha dedicato uno speciale di dieci pagine. Ma l’attività più amata da questa famiglia piemontese è indubbiamente la gioielleria. Sicuramente lo è per Vilma, che si dedica ai negozi Boîte d’Or, e per i figli Alberto e Silvia: proprio da una loro iniziativa è nato il marchio Italian Design, con l’esplicita missione di conquistare il cuore delle donne più esigenti, quelle che il solitario e il bracciale tennis già lo hanno, e che solo un gioiello veramente originale può ancora accattivarsi.

Per loro Italian Design crea gioielli da sogno, che spesso racchiudono al proprio interno una preziosa sorpresa, raccolta in un’aura di magia. Gioielli che soltanto vetrine di gran classe possono mettere in mostra.

Swann Ring

Mille e una gemma

Italian Design è guidata dai fratelli Silvia e Alberto Prandoni. A parlarci della giovane griffe piemontese è Alberto, che ha il duplice ruolo di AD e direttore creativo.

La vostra storia è ancora breve, ma i gioielli sono straordinari…
Italian Design è nata nel 2011, ma non avremmo potuto raggiungere certi risultati se fossimo partiti da zero. La nostra famiglia è nel settore da tantissimo tempo, e io stesso ho studiato gemmologia al GIA e mi sono fatto una bella esperienza lavorando quindici anni in negozio.

I grandi gioiellieri sentono di avere una missione da compiere: qual è la vostra?
Offrire al cliente un gioiello originale e di alto valore intrinseco, ma senza i costi sproporzionati imposti da alcuni brand.

Una filosofia molto concreta…
Siamo concreti, ma ci basiamo su principi etici che considero imprescindibili. Credo che la forza del nostro gruppo stia non solo nella professionalità, ma anche nella condivisione di valori importanti.

Si avvale di un team di designer?
Lavoro in simbiosi con tre giovani e fidatissime disegnatrici. La generazione dei modelli è molto complessa, perché la nostra creatività non si limita al disegno e all’ingegnerizzazione ma comporta molta ricerca. Ogni gioiello racchiude un significato simbolico: voglio che esprima un sogno, e non solo per modo di dire.
Ogni particolare è studiato alla perfezione, e i risultati parlano da soli.

Collezione Alhambra, anello in oro bianco e rosa con perla blu, diamanti, tanzanite, tzavorite e zaffiri rosa

Il simbolo è realmente racchiuso all’interno del gioiello?
Sì, i gioielli si possono aprire, scoprendone il contenuto. Nella collezione dedicata alla favola di Biancaneve, per esempio, rivelano i suoi diversi volti. Anelli a forma di mela racchiudono la sua immagine o quella della strega davanti allo specchio, altri raffigurano il cigno, o le forme di abiti plissettati. Dare forma alle nostre fantasie non è un gioco facile: avevamo in mente delle pietre color fucsia e siamo riusciti a trovare persino quelle, delle kunziti brasiliane… Di sicuro Biancaneve è il più ambizioso dei nostri progetti, ci ha impegnati per quasi due anni.

Se le chiedo di un capolavoro assoluto cosa le viene in mente?
Tutti i nostri pezzi unici sono capolavori, ma per sontuosità niente è paragonabile al collier “The Princess Coralia”.
Più di un anno di lavoro per dar vita a un gioiello che rivisita i simboli dell’oceano, da Atlantide ai giorni nostri, sfoggiando colori e pietre da favola. Un gioiello spettacolare in tutti i sensi.

Quando un gioiello si può definire veramente esclusivo?
Oltre ai contenuti, a conferire esclusività ai nostri gioielli è il fatto di essere modellati in cera a mano, senza ausilio del computer. Questo contribuisce a farne oggetti d’arte impossibili da replicare. E poi ci avvaliamo di maestri artigiani straordinariamente capaci, di quelli che in vita loro non hanno mai pronunciato la frase “questo non si può fare”, capaci di inventarsi nuovi utensili solo per realizzare una lavorazione particolare.
La ricerca della perfezione ci porta anche ad affidare a mani diverse le varie fasi di lavorazione. Un gioiello può essere modellato a Bologna e le pietre incassate a Valenza, l’esecuzione di un pavé di zaffiri a sfumature degradanti può essere affidata a un maestro tailandese… Anche queste cose fanno la differenza.

Mermaid Ring Pearl

 

 

 

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