Inchiesta (1): Mondo delle perle, rincari oltre il 30 per cento

La crisi delle materie prime, particolarmente in difficoltà i due segmenti di misura inferiore ai 6 mm e quelle sopra i 17 mm

Perle: Rialzi del 30% e oltre, perle piccole e oversize sempre più rare e costose, domanda globale che supera già l’offerta, in uno scenario destinato a non tornare più quello prepandemia. Anche le perle, come le altre materie prime, stanno vivendo un momento di difficoltà, dovuto agli strascichi della pandemia, che è venuta a incidere su una situazione già complessa, facendo crollare la produzione. E se nel 2020, complici le chiusure dovute al Covid, l’offerta era superiore alla domanda, già l’anno scorso questo trend si è invertito, in maniera difficilmente reversibile.

In questo primo capitolo del nostro viaggio nelle materie prime ne abbiamo parlato con due esperti del settore, Giancarlo Coscia, titolare di Coscia Gioielli e Raimondo Cozzolino, direttore generale della F. C. Pearling.

«Nel 2020 le vendite di perle hanno registrato un calo del 35% a causa delle chiusure e i negozi non hanno riassortito. Al contrario, il 2021 con la ripresa degli eventi è stato un anno eccezionale, con un +30% sul 2019».

Giancarlo Coscia
Coscia

ALTA GAMMA.
«Da un lato – sottolinea Coscia – si è verificato un calo della produzione, dovuto al fatto che la pandemia non ha permesso ai coltivatori di lavorare, dall’altro c’è la difficoltà a reperire conchiglie e ostriche, a cui va aggiunte una fortissima richiesta di materia prima da parte della Cina, che riguarda soprattutto il prodotto di alta gamma di perle akoya, australiane e di acqua dolce. Tutte queste tre tipologie, che già erano rare, perché il prodotto alto rappresenta circa il 15% della produzione totale, nell’ultimo periodo hanno fatto registrare aumenti di prezzo tra il 25% e il 30%».

La richiesta nel paese del Dragone ha infatti subito un forte incremento grazie all’online e alla nascita di una classe sociale ricca che punta anche ai prodotti più pregiati, come le conch.


MISURE RARE.
Particolarmente in difficoltà, secondo Cozzolino, sono poi i due segmenti delle perle di misura inferiore ai 6 mm e quelle sopra i 17 mm «che stanno diventando sempre più rare e che di conseguenza stanno subendo rincari ancora più importanti. Le perle tra i 2 e i 6 mm, infatti, avevano già cominciato ad essere problematiche da reperire prima della pandemia, ma durante il Covid i lavoratori sono dovuti rimanere a casa e le coltivazioni sono state ritardate o sono andate a male. Alcune “farm” specializzare in akoya e perle australiane poi hanno chiuso per mancanza di personale o di fondi. In questo contesto, la coltivazione delle perle piccole ha costi enormi e non tutte le aziende possono permettersela. Per questo diventeranno sempre più rare, quasi una chimera, e hanno già subito rincari del 50%. Stesso discorso per quelle sopra i 17 mm. Chi ha questi pezzi in magazzino oggi può fare il prezzo».

«Le perle tra i 2 e i 6 mm, stanno diventando sempre più rare. Alcune “farm” specializzate in akoya e perle australiane poi hanno chiuso per mancanza di personale o di fondi. In questo contesto, la coltivazione delle perle piccole ha costi enormi e non tutte le aziende possono permettersele avendo già subito rincari del 50%.».

Raimondo Cozzolino
F. C. Pearling

BASSA QUALITÀ.
E le perle di bassa qualità? Non se la passano meglio, perché in questo caso la richiesta è ancora più alta. «Su 20 aziende, 15 lavorano con un prodotto medio/economico – sottolinea Cozzolino – Questo fa sì che ci sia una richiesta ancora maggiore di perle di questa fascia, rispetto a quelle di alta gamma, con conseguenti aumenti che si aggirano già sul 50%».

MERCATO.
La scarsità di materia prima s’inserisce, appunto, in una situazione di mercato in ripresa, che va ad acuire il gap tra domanda e offerta. «Nel 2020 – spiega Giancarlo Coscia – le vendite di perle hanno registrato un calo del 35% a causa delle chiusure e i negozi non hanno riassortito. Al contrario, il 2021 con la ripresa degli eventi è stato un anno eccezionale, con un +30% sul 2019. Nel 2022 siamo partiti con l’handicap dell’incertezza dovuta ai contagi, che ha portato a una certa cautela e anche per lo slittamento di VicenzaOro siamo in un periodo di attesa. Sul piano dei prezzi, mentre l’anno scorso sono rimasti stabili, i rincari dell’ultimo raccolto 2021 hanno portato a una revisione dei listini che inciderà per circa il 15% sul prodotto finito sul mercato quest’anno».


«La perla va toccata con mano e ci stiamo organizzando per il 2022 a Vicenza, Inhorgenta e Gèm Genève, che sarà il grande evento per le pietre. Questi tre appuntamenti daranno il polso della situazione».


FIERE.
E a proposito di VicenzaOro, una delle difficoltà nell’approvvigionamento, secondo Cozzolino, è stato proprio dovuto alla mancanza di occasioni d’incontro. «La perla va toccata con mano e ci stiamo organizzando per il 2022 a Vicenza, Inhorgenta e Gèm Genève, che sarà il grande evento per le pietre. Questi tre appuntamenti daranno il polso della situazione. Anche riprendendo le coltivazioni, che necessitano di tempo, non arriveremo però mai più alle quantità di prima e i prezzi andranno verso ulteriori aumenti, raddoppiando nel caso dei prodotti più rari. Il mio consiglio è di riassortire per tempo. I professionisti, d’altro canto, devono venire incontro ai clienti e non approfittarne per proporre prezzi esorbitanti».

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