Coscia, per raccontare una storia italiana

I nostri primi 100 anni, un volume che racconta un anniversario importante che senza fine e senza confini ha sancito che il bello non è solo una convenzione.

Quella di Coscia è una storia scritta a più mani, originariamente iniziata con Vincenzo che nel 1919 avviò, senza saperlo, un modello aziendale, poi riconosciuto in tutto il mondo, semplicemente mettendo al primo posto nella classifica delle sue priorità quella di stupire. Sotto la spinta del fare bene per attraversare indenne tempi e crisi, si è evoluta allargando i propri orizzonti. Si chiama cultura d’impresa in nome della quale il figlio Vittorio ha avviato il marchio verso traguardi ancora più importanti commercializzando anche il top delle perle coltivate australiane, tahitiane e giapponesi. Ma è Giancarlo (terza generazione) che ha spianato il terreno per obiettivi a dir poco entusiasmanti regalando nuove connotazioni di contemporaneità a questa nuda purezza.

da sx Vittorio jr, Vittorio sr e Giancarlo Coscia

Performance di eccellenza e impegno a salvaguardia di un heritage che ha visto non una ma tante svolte, piccole e grandi premesse che hanno portato molto avanti, ma senza immaginare che un giorno avrebbe fatto parte di quella ristretta rosa di aziende centenarie. Un event marketing che di motivazioni ne ha tante per esser definito tale, a partire dalla meticolosa selezione qualitativa.

Quella che sarebbe apparsa come un’utopia è oggi verità con la celebrazione di un secolo di raffinatezza e di maestria. Coscia lo racconta con il libro “I nostri primi 100 anni, un procedere senza fine e senza confini che ha sancito che il bello non è solo una convenzione. Si parte dallo sviluppo socio-economico di Torre del Greco (dai Borbone ribattezzata “Spugna d’Oro”), con la pesca prima e con la lavorazione artigianale dei cammei e dei coralli poi, fino alla sterzata, nel 1878, data dalla fondazione della “Scuola d’incisione del Corallo e di Disegno Artistico Industriale”, che fece di un antico mestiere una grande arte. I Coscia sono trama e ordito di un tempo a cavallo tra ’800 e gli anni duemila e lo saranno per innumerevoli altri ancora. In ordine temporale c’è Vincenzo che, sulla scia del lavoro incominciato dal padre Francesco, addizionò alla pesca la manifattura di pregio, dando anche avvio a rapporti commerciali fino in Sud Africa, America e Australia; sua moglie Teresa Raiola, resa prematuramente vedova, la cui insospettata attitudine imprenditoriale fu occasione di ripartenza e nuovo respiro per l’azienda; e i figli che muoveranno i confini commerciali fino al Giappone: Vittorio nel 1968 prenderà parte alla “Conferenza Mondiale delle Perle”, un meeting prestigioso che coincide con l’exploit mondiale delle perle coltivate – una vera rivoluzione copernicana, il primo significativo cambiamento nel mondo delle perle che le destina a tutti e non più alle sole classi privilegiate – di cui il Giappone era unico produttore ed esportatore.

Ma è Giancarlo, general manager, orgoglioso erede di questa genìa vissuta nel solco della tradizione di Torre del Greco, ad imprimere altri tratti caratterizzanti attraverso scelte finalizzate a fare del marchio un’icona che si è posizionata sul gradino più alto nel mondo del lusso: in primis la perla messa in sostituzione della ‘o’ nel nuovo logo che da Teresa Raiola vedova Coscia ha trasformato in Coscia srl, nel 1998. Un simbolo che non lascia dubbi sulla loro realtà e che dà certezze per il domani. “Intuito commerciale, serietà professionale e onestà intellettuale: queste sono le doti indispensabili che ciascun imprenditore deve avere per assicurare la continuità nel tempo alla propria azienda. Mi auguro che la quarta generazione, rappresentata da mio figlio Vittorio Coscia Jr, pur guardando al futuro in modo positivo e lungimirante, come abbiamo fatto noi che l’abbiamo preceduto, tenga sempre ben presente la nostra tradizione, per mantenere inalterati i valori storici che ci hanno contraddistinto.” Le parole di Giancarlo Coscia (dal 2012 membro associato della Japan Pearl Exporters’ Association, JPEA – tra le più grandi organizzazioni di produttori ed esportatori dei perle nel mondo) sono una dichiarazione d’amore, quasi la promessa di un domani capace di regalare ancora meraviglie, con la medesima responsabilità, passione e consapevolezza. Questo volume, ben narrato, dà la percezione di un arco teso da Oriente ad Occidente, un grande skyline dove il sapere di più persone, legate negli affetti e nella professione, si proietta nel futuro.

Scelte, a volte anche molto coraggiose, intraprendenti e di forte connotazione culturale che ben si concertano con talenti imprenditoriali e know how. Pagina dopo pagina il lettore è guidato nel mito della perla tra evoluzioni stilistiche e trasformazioni che hanno conquistato stima e apprezzamento in ogni mercato. Un esempio è l’interpretazione della collezione LELUNE, una laboriosa progettazione che, cancellando i retaggi di uno stile a volte retrò, ha fatto di una perla la parte integrante della quotidianità.Quindi, se è vero che una perla – come recita un proverbio Indù – non ha valore finché rimane intrappolata nella propria conchiglia, questo raro dono del mare ha trovato il comunicatore giusto della propria perfezione in Coscia. Una storia dai grandi numeri che da Torre del Greco è proseguita in parallelo in Giappone e nel resto del mondo con i valori propri delle big corporate. L’obiettivo futuro? Festeggiare i prossimi 100 anni.

www.coscia.it

Coscia: an Italian story

Vincenzo set up Coscia in 1919, unknowingly creating a business model in the process. His son Vittorio raised the bar further by marketing the finest of Australian, Tahitian and Japanese cultivated pearls. But it was Giancarlo (the third generation) who paved the way for some exciting new goals.

The company is one of those to have survived for a hundred years while keeping its heritage intact: and this presents a good marketing opportunity.

Hence the publication of the book “I nostri primi 100 anni”; and in it, Giancarlo, the general manager and proud heir of this traditional company in Torre del Greco, mentions several other distinctive changes: not least, a pearl in lieu of the ‘o’ of the new logo for the company that Teresa Raiola, the founder’s widow, had renamed Coscia srl in 1998.

“Commercial intuition, professional integrity and intellectual honesty: these are the essential traits that every entrepreneur should possess to ensure the ongoing success of a company. I hope that the fourth generation, my son Vittorio Coscia Jr, will adopt a positive and forward-looking approach, as we have done so far, while also preserving our tradition and the historical values that have allowed us to stand out,” said Giancarlo Coscia (associate member of the Japan Pearl Exporters’ Association, JPEA (one of the top organisations of producers and exporters of pearls in the world).

This volume tells the reader about the history of the pearl, its stylistic evolutions and transformations over time, citing as an example the LELUNE collection that makes a pearl an integral part of daily life.

It is a story involving impressive figures and that unfolds in Torre del Greco but also Japan and the rest of the world, with the values of “big corporate”.

The goal for the future? To celebrate the next 100 years.

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